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Direzione 27 aprile 2023
Intervento di Paolo Ferrero
Sulla politica penso che:
Il 25 aprile di quest’anno non solo ha mostrato una buona mobilitazione popolare antifascista e antigovernativa. Le accese discussioni relative al significato del 25 aprile che hanno attraversato tutto lo spettro politico, evidenziano l’importanza simbolica di quella data nella storia del paese. Noi dobbiamo far leva su questo fatto: dobbiamo sviluppare una forte azione politica e culturale per trasformare questa data in mito fondatore non solo della Repubblica ma anche della politica necessaria per uscire dalla crisi. Non basta essere antifascisti ma occorre costruire un antifascismo che non sia riconducibile al frontismo con cui le forze liberiste di centro sinistra vogliono da un lato avere il monopolio dell’antifascismo e dall’altra obbligare noi all’impotenza. La coniugazione tra antifascismo e alternativa è il punto fondamentale oggi su cui costruire la nostra proposta politica.
Dobbiamo intrecciare maggiormente il tema della lotta alla guerra con quello della lotta all’austerità costruendo una campagna per dimezzare le spese militari: 17 miliardi da spendere per pensioni, sanità, reddito, etc.
Concordo sulla necessità di aderire all’iniziativa di Santoro contro la guerra e di pronunciarci favorevolmente ai referendum promossi da Mattei: Nonostante gli evidenti limiti di metodo e merito è comunque una iniziativa contro la guerra da appoggiare.
Sulle questioni nostre interne, che si stanno aggravando, penso che:
trovo incredibile che una iniziativa positiva come quella per le dimissioni di La Russa sia stata lanciata tenendo all’oscuro dell’iniziativa metà della segreteria.
Per quanto riguarda le elezioni regionali in Friuli, penso che - nell’impossibilità di presentare una lista nostra alle elezioni - sia stato sbagliato a dare indicazione di voto per vari candidati di una lista interna al centra sinistra e di aver presentato un dirigente di partito in quella stessa lista. A questo si è aggiunto l’accordo programmatico fatto tra il nostro candidato sindaco e quello del PD (sostenuto anche da Renzi e Calenda) per il secondo turno delle elezioni di Udine. Tutto questo configura Rifondazione comunista come una forza che nella tornata elettorale in Friuli si è collocata col centro sinistra. A che serve votare all’unanimità in congresso la nostra scelta di costruire l’alternativa ai poli politici esistenti se poi in una elezioni regionale assumiamo un indirizzo politico opposto, il nazionale fa finta di non saperne nulla e il segretario addirittura non ne parla nella relazione al CPN e alla Direzione? Siamo dinnanzi ad uno slittamento non detto della linea politica e questo pone un problema politico serio.
Da ultimo voglio felicitarmi per la vittoria del partito comunista in Austria. E’ uno dei frutti di una decisa azione di rinnovamento che quel partito ha saputo e voluto fare, mettendo 6 giovani di meno di 35 anni a dirigere collettivamente il partito. Ne abbiamo bisogno anche noi.