Direzione del 27 aprile 2023. Documento approvato PER UN ANTIFASCISMO POPOLARE, CAMPAGNE CONTRO LA GUERRA, PER IL SALARIO MINIMO, CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, TESSERAMENTO STRAORDINARIO La grande partecipazione alle manifestazioni nella ricorrenza del 25 aprile ha rappresentato una positiva risposta alle reiterate dichiarazioni di esponenti del governo, della maggioranza e persino del Presidente del Senato tese a negare e distorcere la storia giungendo a offendere la memoria di chi ha combattuto per la Liberazione del paese dal nazifascismo. Le continue esternazioni di esponenti del governo e della maggioranza esprimono una matrice neofascista da cui FdI e le destre italiane non intendono prendere nettamente le distanze. Bisogna contrastarle sul piano culturale, storico e politico. Bisogna dire no al revisionismo storico, fatto proprio troppo spesso anche dal centrosinistra, che ha aperto la strada alla “normalizzazione” del fascismo. Dobbiamo ribadire che trenta anni di anticomunismo hanno contribuito allo sdoganamento dei fascisti e anche alla delegittimazione delle culture fondanti della democrazia come l’abbiamo conosciuta nel dopoguerra. Chi ha alimentato l’anticomunismo porta grandi responsabilità nella rinascita dei fascismi in Europa e non solo. Questo governo vuole trasformare l’anticomunismo in ideologia di stato, ma lo fa su un terreno preparato da lungo tempo dai neoliberisti di ogni tendenza. L’offensiva della destra fa leva non a caso sulla sciagurata risoluzione del parlamento europeo che ha equiparato il comunismo al nazismo. Il nostro impegno oltre alla difesa della storia e della memoria va rivolto alla costruzione della più larga mobilitazione possibile e al più vasto schieramento, a partire proprio da Anpi, contro i progetti del governo sul piano istituzionale: l’autonomia differenziata e il presidenzialismo. Anche in questo caso il terreno all’offensiva della destra è stato preparato dal centrosinistra nell’ultimo trentennio. Il ripudio della guerra, sancito dall’articolo 11 della Costituzione, è stato da tempo cestinato anche dall’opposizione di centrosinistra. La nostra Costituzione è pacifista e imporrebbe che l’Italia assuma un ruolo di mediazione per una soluzione pacifica del conflitto e che i nostri soldi vengano spesi per la sanità, la scuola, la solidarietà. Al tempo stesso, pur con tante giustificate riserve di metodo e di merito, i quesiti referendari contro l’invio di armi vanno sostenuti come occasione per esprimere a livello popolare la contrarietà alla guerra. L’antifascismo popolare non può che essere sociale, conflittuale, solidale, pacifista e antiliberista. C’è bisogno di una opposizione sociale e politica che lotti con coerenza per i diritti di chi lavora, per la piena occupazione, per il diritto al reddito, alla salute, alla casa, allo studio, per tutte/i, per il drastico taglio alle spese militari. Solo così l’antifascismo ritrova le sue radici. La Direzione Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista impegna tutto il partito nelle campagne e iniziative indicate e affida alla segreteria il compito di articolare il piano di lavoro:
La direzione nazionale di Rifondazione Comunista impegna tutto il Partito e il suo gruppo dirigente allo svolgimento di una campagna straordinaria di iscrizione a Rifondazione Comunista nel periodo che va da sabato 6 maggio a domenica 4 giugno. Una campagna che metta al centro i motivi della nostra tessera, ovvero l’opposizione alla guerra, per la pace e la lotta per i diritti sociali fondamentali. Anche in considerazione di ciò la Direzione Nazionale invita i regionali, provinciali e circoli ad attivarsi da subito per garantire la pubblicizzazione e lo svolgimento della campagna di tesseramento promuovendo iniziative specifiche e il più possibile aperte: feste di tesseramento, assemblee pubbliche, iniziative di piazza unitamente alla presa di contatto delle/degli iscritti nell’anno precedente e delle/dei simpatizzanti. Documento approvato all’unanimità dalla direzione nazionale
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