Direzione del 17 febbraio 2023 - Ezio Locatelli

Un ringraziamento anche da parte mia alle compagne Rosa Rinaldi e mara Ghidorzi, unitamente a tutte le compagne e i compagni che hanno condotto la campagna elettorale in Lombardia e nel Lazio. Hanno fatto davvero un buon lavoro. Veniamo all’analisi del voto oggetto delle discussione di questa direzione. Non mi convince per nulla una lettura del voto di astensione che ha straripato in queste elezioni come fenomeno di passivizzazione, di spoliticizzazione.

Così come non concordo con chi intravede nel voto una sorta di giravolta rispetto alla diffusa contrarietà alla guerra o alle critiche che ci sono state alla disastrosa gestione della pandemia. Non è così. E’ proprio in ragione del malcontento ingenerato da una serie di scelte politiche bipartisan che si è prodotto un distacco elettorale, l’astensione della stragrande maggioranza dell’elettorato, una astensione connotata da una forte impronta di classe. Non hanno votato i settori popolari a fronte di partiti che risultano varianti della stessa cosa.

Penso che queste elezioni regionali abbiano confermato un pezzo di ragionamento che abbiamo espresso in occasione della Conferenza di Organizzazione riguardo il distacco elettorale di amplissimi settori popolari dai partiti-sistema. Abbiamo la necessità di un profondo ripensamento delle modalità con cui finora abbiamo fatto politica dando priorità ai temi del posizionamento e delle alleanze politiche. Io stesso mi sono formato oltre che sul terreno del radicamento sociale su quello delle alleanze. Ma quando queste alleanze stanno dentro il quadro di una crisi radicale di rappresentanza, di sfiducia nei partiti istituzionali, di un intero quadro politico il senso di queste alleanze non regge più.

Il problema primo è di come garantire partecipazione e rappresentanza politica alle classi subalterne, di come sintonizzarsi con le istanze popolari senza illudersi che la risposta stia semplicemente nella presentazione di un simbolo o di una lista elettorale. Penso che abbiamo fatto bene a presentarci alle elezioni, a prendere parola senza per questo aspettarsi chissà quali risultati. E’ stato un pezzo di battaglia politica, un momento di costruzione di relazioni sociali. Ha fatto male chi ha ostracizzato questa presentazione sino all’ultimo momento dando indicazioni politiche controverse, di disimpegno. Detto ciò credo che la risposta ancor prima che sulle alleanze stia sul terreno della costruzione dal basso di una presenza reale.

Solo un esempio: in alcuni quartieri popolari di Bergamo dove abbiamo condotto battaglie sul diritto alla casa prendiamo percentuali di tre volte superiori alla media cittadina. Il lavoro da fare è un lavoro di insediamento sul terreno dei bisogni e del malcontento popolare. Noi ci troviamo, per certi aspetti, in una situazione simile di malcontento in cui si trovava la Lega ai suoi primordi, quando ancora le sue percentuali di voto erano poca cosa. Con una opportunità gigantesca di gestire e diventare egemoni di questo malcontento.

Chiudo col dire che trovo sbagliata la modalità con cui il segretario è ha preso posizione sul risultato elettorale. Lo ha fatto senza confrontarsi con la segreteria, parlando di una sua linea contrastata da una parte nel partito. Non è questo il modo di affrontare la discussione. Abbiamo detto in Conferenza di Organizzazione che il Partito in quanto tale deve funzionare come organo collettivo avendo rispetto e considerazione per il confronto politico.

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