Direzione del 17 febbraio 2023 - Alberto Deambrogio
Esprimo il mio più sincero ringraziamento a Rosa Rinaldi, Mara Ghidorzi e a tutt@ le/i compagn@ di Lazio e Lombardia per l’impegno espresso nella campagna elettorale. Avrebbero meritato un investimento diverso da parte del vertice del nostro partito e di UP. Forse il risultato finale non sarebbe cambiato, ma certo avrebbe aiutato a dare un segno diverso nella costruzione delle nostre comunità politiche. Chi oggi critica quel percorso elettorale, certo difficile, lo fa senza avere nei fatti indicato una chiara alternativa. Gli approcci al M5S ci sono stati, ma hanno dato esiti negativi con un posizionamento di quest’ultimo verso il centro sinistra, o verso la richiesta di una indistinta nostra partecipazione in una lista di sinistra senza critiche al profilo mantenuto dall’M5S nell’amministrazione uscente. Perché questo nodo non ha suscitato critiche verso l’M5S da parte del nostro segretario nazionale?
L’astensione mostra senza dubbio la grande rottura del rapporto tra politica e corpo sociale. La politica viene percepita come non in grado di dare risposte ai problemi quotidiani delle persone. Il fenomeno ha sicuramente aspetti trasversali, anche se va indagato più a fondo nei suoi aspetti qualitativi. Anche noi siamo percepiti come non alternativi e non efficaci. Pure l’M5S pare aver esaurito la spinta del suo momento populista e questo, insieme alla sua propensione a ricollocarsi nel centro sinistra, rende problematico individuarlo come interlocutore privilegiato di una vera e propria conversione di linea politica in cui una nuova strategia delle alleanze dovrebbe costituire la base sicura per entusiasmare un elettorato alla deriva.
Occorre invece non dare per scontato che il confine tra rassegnazione e rifiuto sia inesorabilmente insensibile a un intervento sociale. La costruzione di un polo alternativo a centro destra e centro sinistra ha bisogno certo di molte cose: da una parte la valorizzazione non organizzativistica di alcune indicazioni emerse anche nella nostra CdO, il radicamento sociale, la costruzione di riconoscimento prima del momento elettorale, dall’altra nuovi investimenti sull’immaginario collettivo, su un orizzonte di vita diverso. Anche UP ha bisogno in tal senso di produrre chiari segnali sulla propria identità, sul proprio progetto politico e sulle sue declinazioni pratiche. Non è possibile aspettare le elezioni europee come snodo per un suo rilancio senza aver costruito nel frattempo una presenza sociale e politica, nazionale e territoriale, degna di questo nome. Anche i passaggi elettorali devono essere parte di questo processo di costruzione.
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