Direzione del 24 novembre 2022 - Paolo Ferrero
L’evoluzione del conflitto ucraino ci consegna una crisi verticale del ruolo geopolitico dell’Europa. L’asse franco-tedesco si è pesantemente indebolito nell’incapacità di fornire una linea diversa da quella imposta dalla NATO e oggi l’UE è largamente governata dagli USA attraverso la Polonia e gli altri stati dell’est arruolati nella guerra alla Russia. Di questo suicidio dell’UE l’Italia è stata protagonista indiscussa nella totale subalternità agli USA mostra da Draghi, Letta e Meloni. La lotta per la pace e contro gli effetti economici della guerra ha quindi una dimensione sociale ma anche geopolitica ed è un punto decisivo su cui occorre non solo parlare ma strutturare un lavoro politico concreto a livello di massa. Cosa abbiamo fatto per dar vita ai Comitati contro la guerra e il carovita come pure avevamo deciso mesi fa?
La costruzione dell’opposizione sociale al governo Meloni, sulla guerra e il carovita dovrebbe costituire il punto decisivo dell’intervento politico oggi sia per quanto riguarda il partito che per quanto riguarda Unione Popolare. La costruzione processuale di Unione Popolare sul piano organizzativo dovrebbe infatti intrecciarsi con la sua capacità di sviluppare concretamente la lotta politica di opposizione.
Sulle regionali non sono d’accordo con il segretario quando afferma che la nostra proposta politica di fare un polo elettorale alternativo deve essere rivolta in particolare ai 5 stelle. Noi dobbiamo consolidare Unione Popolare ed avanzare la nostra proposta di costruire una coalizione alternativa ai poli esistenti a tutte le soggettività presenti (M5S compresi ovviamente) evitando di metterci ad inseguire i 5 Stelle: oltre a cambiare linea significherebbe rimanere appesi alle loro risposte e – visti i tempi stretti – rischiare di non presentare le liste di Unione Popolare alle regionali.
Inoltre, che il M5S abbia deciso di collocarsi sul terreno della sinistra antiliberista, alternativa al Centro sinistra, è ad oggi tutto da dimostrare: le positive prese di posizione del M5S sulla pace si accompagnano infatti ad un altissimo tasso di ambiguità sia sui contenuti che sulla collocazione politica. Per ora, purtroppo, stiamo assistendo più ad una lotta per l’egemonia dentro l’orizzonte di un nuovo centro sinistra che non alla costruzione di una sinistra di alternativa e chi ha fatto paragoni tra Conte e Melenchon, a mio parere scambia le sue illusioni con la realtà. Infine, se il M5S non ti risponde, come si è visto alle elezioni politiche, questo non sposta voti da loro a noi ma semplicemente fa si che una parte dei nostri elettori, avendo preso atto che noi e il M5S “pari siamo”, vota per loro che sono sicuri di superare gli sbarramenti… La costruzione di un polo dell’alternativa non ha scorciatoie e bisogna evitare di fare con il M5S quello che nel corso degli anni var@ compagn@ hanno proposto di fare con il PD. E’ un approccio che non condivido.
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