Oltre ai tempi e ai modi ingiusti della campagna elettorale, la lista “Unione Popolare” appena nata ha dovuto anche confrontarsi con un quadro nel quale lo spazio politico dell’alterità al sistema è stato abusivamente occupato da SI-Verdi alleati con la forza più liberista e guerrafondaia, e con il trasformismo del Movimento 5 Stelle. Se c’erano le possibilità di costruire una vera ampia coalizione della sinistra reale senza le elezioni anticipate e se c’erano buone possibilità di raggiungere il quorum anche nelle condizioni più difficili imposte dalla crisi del governo e dalla grave decisione del Presidente della Repubblica di convocare elezioni nel periodo estivo, queste sono svanite giacché la combinazione del “voto utile” per fingere di battere le destre (SI-VERDI) e del “voto utile” per fingere di essere alternativi al PD (5 STELLE) hanno prosciugato il nostro elettorato potenziale. Unione Popolare avrebbe potuto fare meglio diverse cose ma il risultato non sarebbe cambiato. Siamo apparsi e stati una forza fuori da ogni gioco possibile. Non abbiamo nulla da rimproverarci perché essere antagonisti al sistema in questo contesto e con queste leggi elettorali ha un prezzo altissimo, per non pagare il quale si può solo vendersi e trasformarsi in un orpello del sistema. I successi della sinistra radicale francese e spagnola non sarebbero stati possibili in nessun modo senza i potenti movimenti sociali che li hanno preceduti e senza la presenza di grandi sindacati di classe non subalterni al quadro politico. In Italia tutto questo non c’è e se non c’è è compito assolutamente prioritario del partito comunista ricostruirlo. Di questo deve discutere la conferenza d’organizzazione e non di mitici falsi rinnovamenti che non sono altro che distruttive guerre intestine.

Ramon Mantovani

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