Sul dato generale nulla da aggiungere alla relazione introduttiva. Sul nostro dato c’è poco da girarci introno. Peggio di così non poteva andare. Abbiamo avuto 33 mila voti in più rispetto alle precedenti elezioni politiche. Poco o nulla a fronte del fatto che moti pensavano che fosse sufficiente la candidatura a “capo politico” di De Magistris a fare la differenza. Aspettative fuori luogo in cui la politica, anche a sinistra, affida le sue sorti all’agitazione elettorale, al leader di turno. In futuro affronteremo le campagne elettorali sempre più in condizioni di disparità. Disparità che possono essere sormontate solo a condizione di una ripresa della contesa sociale, di una mobilitazione popolare. Questa è ora la priorità, la costruzione di una mobilitazione popolare contro la guerra e il carovita, l’impoverimento sociale di milioni di persone. Altro che pensare a nuovi partiti! Pensare in questi termini significa fare del politicismo avulso dalla realtà, in specie quelle di milioni di proletari che “hanno scelto di votare non andando a votare”. Detto ciò sono in ogni caso convinto che non bisogna disperdere quanto di positivo abbiamo costruito cercando di superare limiti e problemi che abbiamo avuto. Si va avanti con Unione Popolare allargandola e democratizzandola, riconoscendo appieno la molteplicità degli apporti di forze politiche e sociali o anche individuali. Per quanto ci riguarda più direttamente richiamo il contributo decisivo che abbiamo dato come Rifondazione Comunista nella raccolta firme. Infine penso che il tema più che mai, anche in ragione dello sviluppo di processi unitari, sia la riorganizzazione e il rafforzamento di Rifondazione Comunista non per spirito di bottega ma per la irrinunciabilità della funzione e del ruolo di direzione e trasformazione sociale che è chiamato a svolgere un partito comunista rinnovato, rifondato. A questo proposito va riavviato subito in tutti i territori il percorso di svolgimento della nostra Conferenza di Organizzazione. Ezio Locatelli
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