A differenza di molti interventi sono convinto che il consenso non è mancato per fattori esogeni e/o in ragione di una debolezza storica. Il consenso lo si ottiene in base alla proposta politica che deve tener conto di ciò che capita fuori e dentro di noi. Il M5S oltre la capacità di Conte, rappresenta elettoralmente il partito degli ultimi. Rappresentando nel sud il voto utile per battere le destre mina le ragioni storiche del PD. Il PD schiacciato a sinistra dai 5S e a destra da Calenda e Renzi spinge storici dirigenti a parlare di scioglimento. Il PD rappresenta il “tappo” per energie che avrebbero dovuto restare dinamiche. Quel tappo va rotto e vorrei un gruppo dirigente che istauri una dialettica esterna ed eviti di evocare le biografie. Il consenso di SI-V non può essere spiegato esclusivamente con la questione di accordi o candidature di pregio. Ci dovremmo interrogare sulle ragioni che hanno spinto settori importanti della sinistra a fare indicazione per altri e non ignorare quanto ci è stato anche detto. Il rilancio del Partito non può non guardare al lavoro di inchiesta, al presidio e all’azione nei quartieri popolari e nei luoghi del lavoro. Utilizzare il lavoro del mutualismo e delle pratiche sociale come strumento di indagine e conoscenza di una realtà che vive nel sottobosco mediatico. La proposta politica deve essere influenzata da: tendenze, aspettative e dai processi cognitivi della classe. Occorre guardare alla società e ai principali attori politici. Unione Popolare ha senso come forum aperto di discussione della sinistra d’alternativa e no come steccato di una lista elettorale dell’1%. Serve una battaglia politica contro la rassegnazione e il senso di impotenza, serve un Grande Congresso, straordinario nei fatti, che riporti Rifondazione in mare aperto, ad accettare le sfide della contemporaneità e non un vecchio vascello ancorato in porto e che trova sempre una buona ragione per non prendere il largo. Antimo Caro Esposito
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