Il nostro compito urgente e necessario contribuire a generare una conflittualità sociale che non consenta al governo della Destra e alla sua cultura di consolidarsi governando per lunghi anni. Per fare questo il nostro Partito è insufficiente e bisogna lavorare per costruire una forza larga capace di rappresentare i bisogni popolari e di orientare le lotte. Unione Popolare ha suscitato interesse, rimesso in moto energie e aggregato intorno ad un progetto tendenzialmente unitario persone altrimenti disperse in lotte e vertenze separate e ciò è stato possibile proprio in ragione della sua composizione. L’impegno del nostro Partito deve essere indirizzato a far funzionare questo progetto consapevoli che la resistenza e determinazione dei e delle militanti non è infinita e che non possiamo sprecare questa, forse, occasione. Come far funzionare Unione Popolare, come stare in relazione con le altre organizzazioni e come favorire l’allargamento del coinvolgimento e con i numerosi indipendenti che hanno intravisto uno spazio inclusivo e quale forma dare a Up sono i temi che dobbiamo affrontare, con generosità, audacia e spregiudicatezza, ragionando sugli errori fatti in circostanze simili in passato, consapevoli e capaci di fronteggiare le ovvie dinamiche autoconservative, competitive e concorrenziali. Il modello dei Social Forum, adeguato alle condizioni attuali, potrebbe permetterci un lavoro comune e più incisivo sui temi sociali e di condividerne l’applicazione: per questa via, nell’incontro con altri e altre portatori/trici di culture diverse e di diverse modalità organizzative, potremo sperare anche in una nostra rigenerazione e di poter sperimentare forme dell’agire politico rinnovate. Il nostro Partito ha dimostrato in questa fase una vitalità importante, non si tratta di ridurla alla sola “macchina organizzativa”, ma di valorizzarne la capacità di autonomia e di riflessiva adesione alla linea politica e di coglierne i tratti di soddisfazione nell’opportunità di interlocuzioni più ampie e inconsuete: il processo di convergenza deve perciò costruirsi al livello locale, con liberi percorsi decentrati, e dai livelli apicali nazionali con una continua circolazione delle informazioni.

Daniela Alfonzi

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