Fuori la guerra dalla storia. Contro Putin e la Nato. Chi invia armi alimenta il conflitto Documento approvato all’unanimità dalla Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Sabato 5 marzo tutte/i a Roma contro la guerra. Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione della Russia di abbandonare la diplomazia e invadere l’Ucraina non può essere giustificata ed è contraria al diritto internazionale e ai principi della Carta delle Nazioni Unite. La guerra non risolve i problemi, produce solo lacrime, morti, deserti di umanità e bacini di permanente rancore e odio tra i popoli. Deve essere fatto di tutto per arrivare ad un immediato cessate il fuoco. Vanno riaperti i canali diplomatici e non alimentato il fuoco con nuove armi, con il rischio di allargare il conflitto e di una guerra nucleare. Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni del Donbass. Le analogie nella violazione del diritto internazionale sono fortissime. Condanniamo l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto una escalation irresponsabile. Siamo di fronte a uno scontro tra potenze capitalistiche che rischia di condurci alla terza guerra mondiale. Se oggi a morire sono gli ucraini e i russi, l’enorme costo economico e sociale lo pagheranno anche tutti i popoli europei mentre le industrie belliche accumulano profitti e il più costoso gas liquido statunitense si prepara a sostituire quello russo. Più si inasprisce il conflitto e più ne saranno principali vittime i civili, che cadranno a causa dei bombardamenti, e le tante/i costrette all’esodo da profughi. Oggi, con chi fugge dall’Ucraina, l’Europa mostra un volto solidale. C’è da temere che a breve la loro vita subisca un destino simile a quella di coloro che fuggono da Bielorussia, Paesi Balcanici, Siria, Afghanistan, Iraq e Mediterraneo Centrale. Emerge in questi giorni un suprematismo bianco eurocentrico e razzista che considera “veri profughi” solo chi è vicino per cultura, religione, colore della pelle ed è vittima delle guerre degli altri. Un’incessante martellamento mediatico cerca di strumentalizzare i sentimenti
di solidarietà e umanità per trasformarli in consenso per le scelte
di guerra dei governi. E questo accade in Russia come nei paesi occidentali.
Si assiste alla criminalizzazione di coloro che tentano di dare una
informazione più articolata del conflitto. Esprimiamo una forte preoccupazione
per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Europa ed
anche in Italia nei confronti delle voci critiche e indipendenti nell’informazione
e gli attacchi che hanno colpito persino l’ANPI. Respingiamo le accuse
di essere a favore di Putin rivolte a chi come noi cerca di fermare
la spirale della guerra e Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto in testa. Restiamo umani. Rifiutiamo la propaganda di guerra con cui – per l’ennesima volta dopo Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria – si sta manipolando l’opinione pubblica e si sta alimentando l’isteria bellicista. Rivendichiamo gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista che – con i principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza – continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra. Non c’è da contrastare solo l’inammissibile aggressione militare decisa da Putin. Di fatto la NATO sta portando avanti una guerra per procura contro la Russia strumentalizzando il popolo ucraino che viene armato per far impantanare Putin in un nuovo Afghanistan nel cuore dell’Europa. Dopo aver gettato benzina sul fuoco della crisi ucraina per anni, ora la NATO coglie l’occasione per un enorme rilancio del riarmo assolutamente immotivato visto che il bilancio militare russo è già clamorosamente inferiore a quello dei paesi NATO che spendono 18 volte più della Russia per la “difesa”. Questo riarmo sottrae risorse che potrebbero essere indirizzate alla sanità, alla scuola, alla cultura, alla solidarietà, ai trasporti, alla riconversione ecologica, al lavoro, all’accoglienza. GOVERNO E PD CONTRO LA COSTITUZIONE Chi vuole la pace non può non denunciare le iniziative assunte dall’Unione Europea e anche dal governo italiano. L’UE e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA e alla NATO invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Per la prima volta l’Unione Europea ha deciso di utilizzare i propri fondi per spese militari. Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi letali e associarsi a “sanzioni” illegittime che non faranno che inasprire il conflitto e aumentare il numero di vittime. Siamo di fronte alla palese violazione del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e anche del diritto internazionale. Il governo e il parlamento hanno di fatto deciso di entrare in guerra con la Russia. Il PD si è posto alla testa del partito trasversale della guerra, dell’arco anticostituzionale che vede la convergenza di centrodestra e centrosinistra nel voto per il coinvolgimento diretto del nostro Paese nel conflitto. Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della
diplomazia e del diritto internazionale ma USA, NATO e UE continuano
a delegittimare il ruolo dell’ONU e dell’OSCE. Purtroppo dopo il 1991 l’Unione Europea, invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare, ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui proprio l’Europa è la prima vittima. Gli USA hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa. Non può essere taciuta la continua violazione da parte del governo
di Kiev degli accordi di Minsk, la persecuzione nei confronti delle
popolazioni di lingua russa, la glorificazione di criminali di guerra
collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista.
Queste circostanze rendono grottesco assimilare il nazionalismo ucraino
ai combattenti della Guerra di Spagna e della Resistenza o fare paragoni
con la Primavera di Praga. La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro
continente, così come in Medio Oriente ed in altre zone del pianeta. Questa è anche una guerra contro gli interessi dei popoli europei alla cooperazione con la Russia e produce un ricompattamento del blocco occidentale in vista di un possibile ulteriore conflitto con la Cina. Non basta condannare Putin se non si mette in discussione la pretesa occidentale – e in particolare degli Stati Uniti – di continuare a imporre un ruolo di governo e dominio unipolare che conduce allo scontro e alla guerra con altri blocchi geopolitici. Solo la mobilitazione dei popoli europei può costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra. Siamo impegnate/i nella costruzione di un grande movimento per la pace e la cessazione del conflitto. Partecipiamo e invitiamo a partecipare sabato 5 marzo alla manifestazione nazionale a Roma contro la guerra e domenica 6 marzo davanti all’aeroporto militare di Ghedi. Parteciperemo allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo con striscioni con la scritta FUORI LA GUERRA DALLA STORIA che ci ha lasciato in eredità la compagna Lidia Menapace. Tutti i nostri sforzi vanno impegnati nello sviluppo del movimento per la pace e contro la guerra.
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