Direzione del 2 settembre 2019
NON BASTA UN GOVERNO PER FERMARE LA DESTRA
Occorre una svolta sociale e costituzionale. Costruiamo l'alternativa
che non c'è
La crisi di governo aperta dalla rivendicazione di "pieni di poteri"
da parte di Salvini ha posto il paese di fronte al rischio concreto
della vittoria di una destra mai così caratterizzata da un intreccio
di razzismo, xenofobia, autoritarismo, secessionismo e liberismo.
Abbiamo immediatamente contrastato la campagna politico-mediatica volta
a imporre le elezioni anticipate come esito obbligato della crisi di
governo e chiesto il rispetto della Costituzione. Ci siamo schierati
per un deciso no al plebiscito invocato da Salvini e abbiamo apertamente
richiamato alle loro responsabilità di fronte al paese M5S e
PD che con le loro scelte politiche hanno favorito negli ultimi anni
la crescita enorme della Lega. Abbiamo preso ferma posizione contro
la propensione – presente nel PD come in parte della grande stampa
di centrosinistra – ad assecondare la prepotenza di Salvini.
Il ricorso immediato alle elezioni anticipate sarebbe stato utile solo
a Salvini e a chi vuole ricostruire il bipolarismo mantenendo la rendita
di posizione del voto utile.
Come antifasciste/i non sottovalutiamo il pericolo rappresentato da
una maggioranza assoluta di estrema destra in grado di poter modificare
la stessa Costituzione e costruire un regime reazionario di massa. Non
siamo tra quelli che si dichiarano indifferenti rispetto alla nascita
di un governo di estrema destra alleato di Trump e Bolsonaro.
Per questa ragione abbiamo rilanciato la necessità mai così
evidente di superare la lunga stagione di leggi elettorali maggioritarie
e incostituzionali che consegnano alla minoranza più forte maggioranze
nel parlamento che distorcono la rappresentanza.
L’approvazione di una legge elettorale proporzionale pura è
indispensabile per mettere in sicurezza la democrazia costituzionale
e rappresenta lo sviluppo coerente della battaglia referendaria con
cui fortunatamente fermammo lo stravolgimento renziano della carta.
Rifondazione Comunista ha indicato fin dal primo momento le vie concrete
per fermare l’onda nera: legge proporzionale e reale svolta nelle
politiche economiche e sociali che hanno preparato il terreno in Italia
e in tutta Europa alla crescita dell’estrema destra.
La convergenza in parlamento tra M5S e PD e la nascita di un governo
Conte bis è pienamente legittima sul piano costituzionale e va
respinta la propaganda della destra.
Constatiamo però che il profilo programmatico del governo che
forse nascerà nei prossimi giorni non ha i caratteri di svolta
che sarebbero necessari sia per contrastare efficacemente il salvinismo
e soprattutto per rispondere alla crisi sociale e ambientale.
Lo ha reso evidente il silenzio assordante che ha circondato i 10 punti
del documento sottoscritto da autorevoli personalità della sinistra
sociale, dell’impegno civile e della cultura del nostro paese
e anche le proposte avanzate dal segretario generale della CGIL.
La nuova maggioranza va incalzata da una sinistra che non sia subalterna
e mantenga la propria autonomia.
Questo governo non a caso nasce in continuità e come sviluppo
della convergenza a livello europeo del M5S con il PD nel voto per la
presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
In questo scenario la collocazione di Rifondazione Comunista non può
che essere di opposizione sociale e politica e di impegno nello sviluppo
della più larga mobilitazione nel paese per una svolta reale
rispetto alle politiche neoliberiste, alla devastazione ambientale e
alla violazione dei diritti umani.
Il compito della sinistra che fa riferimento al GUE/NGL e al Partito
della Sinistra Europea è quello di costruire l’alternativa
che oggi non c’è.
Documento approvato dalla Direzione nazionale del Partito della
Rifondazione Comunista - Sinistra Europea con 3 voti contrari e un astenuto.