Direzione
del 27 luglio 2012
OdG approvato.
All’interno della crisi economica mondiale ed europea, la situazione
economica del paese sta peggiorando rapidamente a seguito delle politiche
del governo Monti. Le politiche neoliberiste praticate con grande forza
e determinazione stanno producendo una pesante recessione economica
e non hanno ovviamente alcun peso nel mitigare la speculazione finanziaria.
In virtù di queste politiche la situazione sociale sta peggiorando
con rapidità maggiore della stessa crisi economica ed è
destinata ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi. Abbiamo un
aumento della disoccupazione, una ulteriore perdita di potere d’acquisto
di salari e pensioni e un drastico taglio dei trasferimenti alle regioni
e agli enti locali che determinerà un ulteriore compressione
del welfare e una ulteriore perdita di salario indiretto.
In questo contesto già molto pesante, vi sono due provvedimenti
del governo Monti che sono destinati ad avere effetti gravissimi e strutturali
nei prossimi anni, sia sul terreno dei rapporti di classe che sul terreno
macroeconomico.
Da un lato l’approvazione della legge Fornero sul mercato del
lavoro intrecciata con la già approvata controriforma delle pensioni.
La sostanziale abolizione dell’articolo 18, l’ulteriore
allargamento delle maglie della precarietà e il progressivo ridimensionamento
degli ammortizzatori sociali, sono destinate a determinare una condizione
di precarietà generalizzata di tutto il mondo del lavoro. Il
disegno chiaro è quello di distruggere il movimento operaio e
di ridimensionare drasticamente il ruolo del sindacato, anche del sindacato
concertativo. E’ un disegno reazionario che estende l’offensiva
di Marchionne e di Federmeccanica al complesso delle relazioni lavorative,
producendo un deciso spostamento dei rapporti di forza tra le classi
a favore del capitale.
In secondo luogo l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione
e la successiva approvazione del Fiscal Compact hanno già definito
il quadro delle politiche economiche dei prossimi vent’anni: politiche
recessive destinate a smantellare lo stato sociale, privatizzare ogni
patrimonio pubblico e presumibilmente a vendere buona parte delle riserve
auree del paese. Ci troviamo di fronte ad una scelta che è al
tempo stesso recessiva, privatizzatrice e contro i lavoratori.
Il complesso di queste manovre prospetta ha quindi pesanti effetti sia
sul piano dei rapporti di classe che sul piano dell’impoverimento
complessivo del paese. Le scelte fatte produrranno lavoratori e lavoratrici
più poveri dentro un paese più povero: gli interessi di
classe e gli interessi del paese sono stati calpestati da questa maggioranza
tanto variegata quanto determinata nell’applicare le politiche
neoliberiste.
Il nostro giudizio negativo sul governo Monti non solo viene confermato
ma aggravato dalle scelte fatte e si estende sulle forze politiche che
queste politiche hanno approvato. Nelle politiche praticate non si scorge
alcun elemento di compromesso; queste si collocano sulla stessa linea
di quanto fatto dal governi greci e spagnoli, contro cui i lavoratori
e la sinistra stanno giustamente lottando. Il punto politico è
molto chiaro: il governo e la sua maggioranza, utilizzando la speculazione
come scusa, stanno producendo il peggiore attacco al movimento operaio
dal dopoguerra ad oggi. Come abbiamo più volte ribadito, esiste
una cosa peggiore di un governo di destra ed è un governo di
destra senza opposizione.
In questo contesto drammatica è l’assenza di iniziativa
del sindacato confederale, cosa che contribuisce non poco al disorientamento
sociale e alla difficoltà a costruire un esteso conflitto sociale.
In questo contesto la Direzione Nazionale ritiene necessario operare
sin da subito e con determinazione per la costruzione di uno schieramento
politico che possa diventare uno schieramento elettorale delle forze
politiche sociali e associative che si oppongono da sinistra al governo
Monti. La nostra proposta, che si rivolge in primo luogo a SEL, all’IdV,
ad Alba e al complesso delle forze associazionistiche, sociali e culturali
disponibili, è finalizzata a costruire un ampio schieramento
di sinistra e di alternativa che si ponga l’obiettivo di governare
e di costruire una risposta ai problemi del paese attraverso il rovesciamento
delle politiche economiche e sociali e quindi in aperta opposizione
alle politiche europee. Occorre operare per dar vita ad un punto di
riferimento crdibile per coloro che sono colpiti dagli effetti della
crisi e delle politiche del governo Monti. Al di la delle possibili
modifiche alla legge elettorale - che contribuiranno a determinare le
forme concrete della nostra presentazione elettorale – il giudizio
che diamo del governo Monti e della sua maggioranza impone una scelta
politica di fondo: la costruzione di una alternativa politica e programmatica
a quel governo e alle forze politiche che l’hanno sostenuto. In
questo contesto il nostro obiettivo è la costruzione di un effettivo
spazio pubblico della sinistra, che faccia i conti fino in fondo con
la critica della politica e sia portatore di una forte critica dell’economia
politica. Occorre uscire da ogni politicismo per avviare, all’interno
del fronte di opposizione, un processo costituente di una sinistra di
alternativa e di una terza repubblica basata sulla democrazia partecipata.
Questo è l’obiettivo centrale che ci poniamo, che poniamo
ai compagni e alle compagne con cui abbiamo costruito la Federazione
della Sinistra, che poniamo al complesso delle forze e degli uomini
e delle donne che vogliono costruire una sinistra antiliberista nel
nostro paese. La costruzione di un processo inclusivo e partecipato,
che allarghi il terreno della partecipazione politica unitaria a sinistra,
la realizzazione in Italia del progetto della Sinistra Europea, la costruzione
in Italia del corrispettivo di Syriza, del Front de Gauche, di Izquierda
Unida, della Linke, è l’obiettivo fondante il nostro progetto
politico, a cui subordinare ogni tattica politica e su cui lavorare
nei prossimi mesi.
In secondo luogo dobbiamo rafforzare enormemente la nostra capacità
di produrre una demistificazione delle spiegazioni dominanti della crisi
e delle ricette che vengono messe in campo e nello stesso tempo dobbiamo
avanzare una proposta compiuta e comprensibile di una politica economica
radicalmente alternativa, a partire dalla proposta di acquisto dei titoli
di stato direttamente dalla BCE. In questo quadro decisivi sono i terreni
della formazione e della elaborazione partecipata del programma per
uscire a sinistra dalla crisi.
In terzo luogo dobbiamo riorganizzare il partito al fine di renderlo
più efficace nella costruzione del conflitto e nella costruzione
delle pratiche mutualistiche utili a resistere all’attacco sul
piano del lavoro e sociale. La nostra risposta alla critica della politica
non deve concedere nulla ad una idea di delega al leader o alla personalizzazione
della politica. Noi dobbiamo costruire una risposta alla critica della
politica basata sull’autorganizzazione dei soggetti sociali su
tutti i terreni: sociale, culturale, politico. Questa è la frontiera
che oggi deve porsi un partito comunista per essere protagonista dello
scontro sociale.
La Direzione Nazionale del PRC decide quindi le seguenti iniziative:
* operare al fine di costruire per l’autunno e con le diverse
forze politiche, sociali e associative che si oppongono da sinistra
al governo Monti, una manifestazione nazionale contro le politiche neoliberiste
e il governo Monti.
* Iniziare subito, anche usando le feste la raccolta delle firme su
una petizione che chieda alla BCE di acquistare direttamente i titoli
di stato al fine di porre fine alla speculazione finanziaria sull’Euro
e la raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare
sul reddito minimo e sull’ICE europea sul Basic Income.
* Operare al fine di costruire per l’autunno una schieramento
referendario per l’abrogazione della controriforma Fornero e il
ripristino dell’articolo 18 e per l’abrogazione dell’art.
8 della finanziaria di Berlusconi dell’agosto scorso. Lo slittamento
temporale dei referendum per i vincoli di legge, non rende meno necessaria
la costruzione di una campagna di massa su questi temi, anche attraverso
la presentazione di proposte di legge di iniziativa popolare. Proposte
di legge a cui affiancare la raccolta di firme sul Piano per il Lavoro
e sull’ICE sulla banca pubblica promossa dal Partito della Sinistra
Europea.
* Operare a partire da tutti gli enti locali in cui siamo presenti contro
la privatizzazione e la svendita delle aziende pubbliche locali, sulla
base della sentenza della Corte.
* Aprire una discussione ampia e partecipata sulla bozza di programma.
La Direzione nazionale da mandato alla segretaria nazionale di muoversi
nella direzione sopra indicata che proponiamo prima di tutto alle compagne
e ai compagni con cui abbiamo costruito la Federazione della Sinistra,
ricercando – pur nelle evidenti articolazioni – il massimo
di unità della Federazione della Sinistra su questo impianto
politico e di iniziativa.
La Direzione impegna inoltre tutto il gruppo dirigente ed in particolare
i nuovi organismi regionali eletti dai recenti congressi regionali,
a rafforzare il Prc anche sul piano organizzativo, concludendo e rilanciando
il tesseramento e l’adesione al Prc, definendo piani di lavoro
con cui realizzare localmente l’impegno per il raggiungimento
degli obiettivi e la buona riuscita delle campagne decise a livello
centrale.
Approvato all’unanimità