Direzione del 29 marzo 2012 - Odg su Liberazione

Dopo avere dato fondo ad ogni risorsa economica disponibile e dopo avere tentato tutto il possibile ed oltre, la Mrc è costretta a sospendere la pubblicazione di Liberazione, tanto nella versione cartacea quanto in quella on line.
Questo è l'esito letale, ma inevitabile, del taglio al fondo per l'editoria di partito, di idee e cooperativa imposto da Berlusconi e portato avanti con fredda lucidità da Monti: un'amputazione che in queste settimane sta decapitando decine di testate, nazionali e locali, e che sta spegnendo, in particolare, la stampa di sinistra.
La parziale reintegrazione, “una tantum", del fondo relativo all'anno di esercizio 2011 (il cui importo, da noi già integralmente speso, potrà essere messo all'incasso soltanto alla fine del 2012) non consente neppure di coprire le cessioni di credito, in gran parte a favore dell'editore, cioè del Prc, che aveva sino ad ora alimentato la liquidità indispensabile al funzionamento del giornale.
Di più: è sin d'ora certo che nel 2012 andrà peggio, poichè il fondo è stato ridotto a soli 47 milioni (rispetto ai 160 del 2010) e nulla autorizza a nutrire più ottimistiche aspettative, considerato che la ferma intenzione del governo - sostenuta dagli editori che hanno alle spalle grandi gruppi finanziari o imprenditoriali - è quella di arrivare alla soppressione totale dei contributi diretti: una scelta palesemente politica, condotta nel nome di un mercato in realtà ingessato e, soprattutto, drogato dall'incetta pubblicitaria che ne dirotta i flussi verso le grandi testate, riservando a quelle di partito quote impalpabili.
Il risultato, perseguito senza alcuna ingenuità, è quello di distruggere il pluralismo dell'informazione, rendendola sempre più uniforme ed omologata al pensiero e agli interessi delle classi dominanti.
Nelle condizioni date, la continuità delle pubblicazioni, sotto qualsiasi forma, è impossibile, non potendo la Mrc accedere al credito bancario, del tutto impermeabile a qualsiasi richiesta di finanziamento ed avendo l'editore prosciugato ben oltre il limite di guardia ogni propria risorsa.
Così, malgrado il processo di risanamento dei conti del giornale avviato da tre anni a questa parte abbia consentito di raggiungere un sostanziale pareggio di bilancio, il taglio del fondo relativo al 2010, pari al 15% del totale, ha determinato un imprevisto sbilancio di esercizio di 800 mila euro che è andato a sommarsi alle perdite degli anni precedenti, di 3 milioni e 160 mila euro nel 2008 e di 1 milione e 600 mila euro nel 2009. L'ulteriore colpo di scure sulle risorse per il 2011 e, ancor più, su quelle per il 2012 rende la situazione del tutto insostenibile.
Ciò malgrado a partire dall’inizio di gennaio la Mrc ha intrapreso ogni ragionevole tentativo che potesse scongiurare lo spegnimento totale di Liberazione, proponendo - in sede di confronto sindacale - una soluzione capace di mantenere in vita il sito ed un giornale on line. Il confronto si è protratto sin al 21 febbraio scorso dove abbiamo proposto una soluzione che prevedeva il lavoro di 9 persone fra giornalisti e poligrafici.
Questa proposta - che pure avrebbe sfidato l'assoluta precarietà delle finanze societarie - è stata rigettata dalle rappresentanze sindacali. Anzi, contro il Prc è stata scatenata una martellante campagna diffamatoria, come se la crisi che sta imponendo la resa a tante testate altro non fosse, nel caso di Liberazione, che un pretesto utilizzato dal partito per attuare “epurazioni" fra i dipendenti del giornale, anche al prezzo di rinunciare, per una sorta di pulsione autolesionistica, al solo strumento di informazione di cui esso dispone. Di più. Nel corso della trasmissione televisiva de LA7, “In Onda”, il CDR di Liberazione si è spinto sino ad accusare il Partito di utilizzare il fondo del finanziamento pubblico destinato al giornale per sanare i propri debiti. L'attacco frontale rivolto direttamente contro il Prc, accusato nientemeno che di mantenere in vita un simulacro di giornale al solo fine di lucrare indebitamente sui fondi per l'editoria, ha vanificato ogni sforzo, minato le basi di una sfida ancora possibile e interrotto il flusso della sottoscrizione avviata sin dai primi giorni di gennaio che era subito decollata con lusinghieri risultati.
Un accordo che fosse stato sottoscritto in tempo utile avrebbe impedito uno stop prolungato della pubblicazione del giornale on line, avrebbe consentito di salvaguardare una quota significativa di posti di lavoro, di non pregiudicare l'incasso della pur ridotta quota di finanziamento pubblico per il 2012, ora largamente compromessa, e avrebbe evitato di consumare la liquidità residua per pagare le ferie ai dipendenti nel corso di due mesi di trattativa che non sono evidentemente coperti dalla cassa integrazione.
Ora si tratta di tirare le somme ed evitare danni irreversibili che non sarebbero in alcun modo riassorbibili, anche in ragione del fatto che l'alienazione degli immobili del partito – necessaria per garantire il funzionamento di Rifondazione e per assicurare a Liberazione l'indispensabile liquidità – non ha sino ad ora sortito i risultati sperati.
Si aggiunga a tutto ciò che sebbene il governo abbia annunciato un atto legislativo volto a definire i criteri per l'erogazione futura del fondo per l'editoria, anche on line, riformando il vecchio regolamento, di quel provvedimento non c'è ancora traccia per cui al momento e per un tempo non breve non sarà dato sapere in quale misura sarà possibile usufruire di un sia pure modesto contributo pubblico per il canale telematico. In queste condizioni è del tutto evidente che anche l'accesso al credito bancario è del tutto precluso.
Protrarre l'attività in un quadro siffatto esporrebbe fatalmente il giornale – e a ruota il partito – ad una situazione di insolvenza dalle conseguenze gravissime.
In queste condizioni, non rimane che ricorrere alla cassa integrazione straordinaria a zero ore per tutti i dipendenti.

La Direzione Nazionale conferisce pertanto alla Mrc il mandato di concludere in tal senso il confronto sindacale previsto dalla legge ed in corso dal 21 dicembre dello scorso anno.

La Direzione Nazionale decide parallelamente di rilanciare la sottoscrizione, nelle mille forme che sapremo inventare, per ricostruire il “capitale di rischio" di Liberazione.
Metteremo cioè in campo un impegno straordinario e di inedita capillarità per trarre da noi stessi, dai nostri lettori, dalla nostra comunità, dai nostri militanti, da coloro che comprendono la gravità del vulnus inferto alla libertà di stampa e alla democrazia, le risorse per riprendere, entro la fine dell'anno, un'iniziativa editoriale capace di sorreggere la battaglia politica del partito in una fase davvero cruciale per il destino del Paese e della sinistra.
La legittima domanda relativa alle caratteristiche del prodotto editoriale a cui finalizzare la raccolta di fondi potrà trovare una seria e fondata risposta solo se e quando raggiungeremo, in corso d'opera, ragionevole certezza circa l'entità delle risorse economiche di cui potremo disporre.
L'obiettivo al quale realisticamente traguardare l’impegno del Partito è quello di pubblicare un giornale on line ed un settimanale cartaceo: la scelta sarà in ogni caso proporzionata alle risorse raccolte e disponibili. Solo l'esito di uno sforzo corale, nel quale dobbiamo profondere ogni energia ad ogni livello, potrà dire dunque sino a dove potremo spingerci, quale progetto potremo effettivamente sostenere, contando - per la prima volta - soprattutto sulle nostre forze.
E' una sfida che raccogliamo e che porteremo sino in fondo, convinti che il partito, tutto il partito, saprà rispondere.

APPROVATO CON 22 FAVORE 3 CONTRARI 0 ASTENUTI

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