Direzione
dell'11 febbraio 2009 - Ordine del giorno sulle elezioni europee
Le prossime elezioni europee
avvengono proprio mentre è evidente, in tutto il mondo, il fallimento
del modello del capitalismo globalizzato. Siamo di fronte ad una crisi
di carattere sistemico, non solo economica e finanziaria, ma sociale,
alimentare, energetica, ambientale, che sta scuotendo l'intero pianeta.
La crisi della globalizzazione capitalista conferma la scelta riaffermata
al Congresso di Chianciano del Prc, ovvero quella del rilancio del progetto
strategico della rifondazione comunista e di ripresa del percorso cominciato
a Genova e proseguito con la grande esperienza partecipativa dei Social
Forum, quello della sua internità al movimento mondiale contro
la globalizzazione capitalistica e la crisi economica che questa ha
prodotto.
In Europa ciò richiede il rafforzamento dell'unità della
sinistra antiliberista, anticapitalista e delle forze comuniste, sia
nell'ambito del Partito della Sinistra Europea sia in quello del Gruppo
Parlamentare Europeo della Sinistra Unitaria Europea-Sinistra Verde
Nordica. L'Europa di Maastricht mostra oggi tutti i limiti di una costruzione
fondata sul primato del mercato sulla democrazia, sul dogma monetarista
che ha imposto politiche finanziarie ed economiche che hanno prodotto
aumento delle disuguaglianze, privatizzazioni dei servizi pubblici e
controriforme dei sistemi di welfare su tutto il continente, congiuntamente
alla precarizzazione del lavoro, alla deregolamentazione dei mercati
e alla discriminazione dei migranti. Una discriminazione che si è
tradotta nell'accentuarsi della guerra tra poveri, nel perpetuarsi di
condizioni di subalternità giuridica nell'accesso ai diritti
di cittadinanza reale, nell'approvazione di vere e proprie "leggi
razziali".
Quest'Europa è quella che viene confermata dai contenuti del
Trattato di Lisbona e contro cui si sono espressi i popoli europei che
hanno potuto pronunciarsi. Neoliberista e allo stesso tempo ademocratica.
Un'Europa a misura delle banche e non dei popoli. Dove il potere è
sempre di più nei governi e sempre meno in assemblee democraticamente
elette. Un'Europa che è stata fin qui subalterna alla Nato e
complice della guerra preventiva, incapace di proporre una politica
di pace e di disarmo.
Questa Europa si è retta su una grande coalizione, formata dai
più grandi partiti europei, in primis popolari e socialisti,
che sono responsabili di queste politiche liberiste e che hanno praticato
una costruzione mercantile e non politica dell'Europa. E' dunque necessario
contrastare fortemente questa grande coalizione e costruire l'alternativa
alla lunga stagione del neoliberismo.
La Direzione Nazionale decide quindi di dar vita ad un percorso di costruzione
della lista in vista delle elezioni europee, aperto e in relazione con
i soggetti e le forze del movimento altermondialista, anticapitalista,
comunista, femminista, Lgbtq, ambientalista, sindacale. Sulla base del
Documento Congressuale, la Direzione nazionale decide pertanto di promuovere
una lista da presentare alle prossime elezioni europee che, partendo
dalla presentazione del simbolo di Rifondazione Comunista-Se, condivida
la scelta di appartenenza al Gue-Ngl, unisca tutte le forze anticapitaliste,
comuniste, di sinistra, sulla base di contenuti alternativi al progetto
di Trattato di Lisbona e all'impostazione neoliberista e militarista
dell'Unione Europea.
La proposta che avanziamo è quella di una lista, che si ponga
l'obiettivo di rovesciare queste politiche economiche e sociali antipopolari,
che hanno prodotto la crisi, a partire dal programma elaborato dal Partito
della Sinistra Europea. Con un percorso partecipato, vogliamo quindi
costruire, riconoscendo la non autosufficienza di Rifondazione Comunista,
una lista che sia un concreto segnale di unità della sinistra
di alternativa; lista di cui siano protagonisti tutti i soggetti che
stanno pagando la crisi e tutti i movimenti che si stanno battendo contro
le politiche neoliberiste che l'hanno causata: lavoratori, precari,
donne, giovani, studenti, pensionati e migranti. Una lista che faccia
sue le ragioni di chi in questi anni e in questi mesi sta lottando,
nella scuola e nei luoghi di lavoro, per la giustizia sociale e la libertà
femminile, che sappia opporsi al razzismo e all'offensiva clericale
del Vaticano. Che si batta per un intervento pubblico finalizzato alla
riconversione sociale e ambientale dell'economia, per la redistribuzione
del reddito, contro la guerra, le spese militari e per il disarmo europeo.
Una proposta che rivolgiamo ai tanti e alle tante che da Genova in poi
hanno animato l'esperienza dei Fori sociali e che hanno contribuito
a dare gambe e sostanza all'idea di un'altra Europa possibile.
Una lista da costruire attraverso una grande partecipazione di tutti
coloro che decideranno di farne parte e di sostenerla, al fine di unire
e consolidare le forze che in Europa si battono per una uscita da sinistra
dalla crisi, per un'alternativa al liberismo e alle fallimentari politiche
della grande coalizione fra popolari e socialisti europei. Una lista
per un'altra Europa possibile: dell'uguaglianza, della pace, della giustizia
sociale ed ambientale , dei diritti e delle libertà.
In questa prospettiva è necessario sviluppare il massimo di iniziativa
per evidenziare il percorso politico e di lotta per l'altra Europa,
sostenendo e partecipando alle iniziative di movimento già in
cantiere e decise dal forum Sociale di Belem, fra le quali il 28 marzo
a Londra contro il G20, il 4 aprile a Strasburgo contro la Nato, l'8-10
luglio in Sardegna contro il G8.
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