Riunione Direzione del 15 luglio 2004

Dichiarazione di voto di Milziade Caprili

Sono d'accordo con la relazione del compagno Ferrara e con il dispositivo di commissariamento della Calabria. Si tratta certo di un passaggio difficile e delicato. E' stato detto: estremo. Non c'è dubbio che il commissariamento è sempre un atto estremo, un passaggio ultimo dopo che si sono esperiti tutti i tentativi possibili, si sono percorse tutte le strade percorribili.

Anche per questo è passato tanto tempo (troppo, secondo alcuni compagni) da quando i fenomeni di degrado si sono andati pericolosamente accumulando.

Il commissariamento - sarà bene ripeterlo - non mette in discussione il lavoro buono di molte compagne e molti compagni della Calabria, anzi: vorrebbe cercare di ridare utilità a quel lavoro, di impedire che sia costantemente messo in discussione con pratiche politiche assolutamente negative e, per questa via, ripristinare una immagine del partito capace di attrarre forze nuove.

Si è detto che in realtà altri regionali e federali sarebbero nelle stesse condizioni della Calabria. Il compagno Ferrara ( ed insieme a lui l'esperienza concreta di molti di noi che in questi anni hanno frequentato questa regione) ci ha detto di come per la Calabria si ponga il problema di arginare una sorta di degrado democratico, di come per continuità, per intensità, per atti certi documentabili e documentati, per lo stato dei rapporti, per il grave pregiudizio dell'immagine esterna del partito, di come tutto questo ponga il problema di un intervento che ristabilisca regole condivise. Ad iniziare dal tesseramento che non può essere sottoposto ad arbitri di questa o quella parte dell'organizzazione nazionale. Diciamoci la verità: sono serviti a poco: una volta terminati sono andati riorganizzandosi quanti hanno del partito un'idea padronale per cui se si "vince" un congresso o un Comitato Federale si tende ad escludere - anche forzosamente - gli altri, con buona pace del partito plurale. La strada che questa volta tentiamo (e non è detto che ci si riesca) è quella di un intervento che trova ragioni, che trova abbondanti ragioni, nella norma dello Statuto che regolano i commissariamenti e che nel contempo cerca di lavorare sul ristabilimento di un clima generale nelle regione Calabria tale da rendere e da far percepire come "corpi estranei" scelte, atteggiamenti, rapporti, concrete pratiche politiche improntate ad una visione del Partito come luogo chiuso di conquista.

Tutto - ed altro ancora di cui ci ha parlato il compagno Ferrara - risulta difficile tanto più partendo dalle difficoltà riscontrate in Calabria. Sarebbe stato di aiuto, avrebbe molto giovato al raggiungimento di un risultato positivo l'adesione costruttiva di tutte le componenti della direzione. Così non è stato e ce ne rammarichiamo. Come non possiamo che rammaricarci del tono e delle argomentazioni che qualche compagno ha ritenuto di usare; tono ed argomentazioni pretestuose perché incapaci di misurarsi con il merito delle cose in discussione. Sarà invece certamente di aiuto il sostegno di compagni che pure hanno svolto interventi anche critici come sarà certamente di aiuto l'aver indicato come compagno chiamato a garantire il commissariamento Stefano Zuccherini. La storia politica di Zuccherini all'interno del partito - prima ancora che il suo essere presidente del Comitato Politica nazionale - dice del suo equilibrio e della sua completa autonomia di giudizio. Equilibrio e autonomia di giudizio, che, ne siamo certi, ritroveremo nel lavoro delicato e difficile che auspichiamo gli venga affidato con un largo voto della Direzione.

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