Riunione Direzione del 28 gennaio 2004 Ordine del giorno Ferrando e altri La proposta
antioperaia della Margherita sulle pensioni e sulle gabbie salariali
con ampia convergenza del Il nostro partito prende atto di questa realtà. Tutta l'impostazione dell'ultimo anno della maggioranza dirigente, secondo cui il movimento e i movimenti avrebbero spostato il centro liberale dell'Ulivo e così consentito un governo comune Ulivo-Prc, è stata radicalmente smentita. L'Ulivo ha incassato e lodato la nostra svolta di governo senza concedere neppure la finzione di una concessione formale. Un anno di commissioni programmatiche comuni Ulivo-Prc finalizzate all'elaborazione del programma di governo ha avuto come unico effetto il progressivo coinvolgimento del nostro partito in una prospettiva politica borghese liberale. Questa situazione va immediatamente e definitivamente superata. Continuare a chiedere al centro liberale una "seria opposizione" con lettere aperte e dichiarazioni giornalistiche significa solo prendere tempo e perpetuare l'equivoco. Peggio: significa continuare ad alimentare l'illusione tra i lavoratori, nei movimenti, nel nostro stesso partito circa una possibile rettifica di linea e un "ravvedimento" dei portavoce dei banchieri, italiani ed europei. Significa continuare a ignorare l'esperienza per tenere aperta una prospettiva di governo sempre più insostenibile e inaccettabile.
Revoca la prospettiva di un ingresso del Prc in un secondo governo Prodi. Dichiara decadute le commissioni programmatiche comuni tra Prc e Ulivo. E avanza sul campo una nuova proposta politica rivolta all'insieme del movimento operaio, dei movimenti di massa e delle loro organizzazioni per una comune rottura col centro liberale e per la definizione di un piano unitario di mobilitazione indipendente finalizzato a cacciare Berlusconi dal versante delle ragioni dei lavoratori e dei movimenti di massa. "O ci si schiera con gli scioperi operai, a partire dalle lotte degli autoferrotranvieri, o ci si schiera con i difensori dei banchieri amici di Pamalat": ogni forza politica o sindacale che fa formalmente riferimento ai movimenti deve essere posta pubblicamente di fronte a questa alternativa di fondo. O di qua, o di là. In mezzo non si può stare. In questo quadro, grazie al pieno recupero della propria indipendenza dall'Ulivo, il nostro partito propone all'insieme dei movimenti e delle loro rappresentanze l'apertura di una vertenza generale unificante contro governo e padronato su rivendicazioni comuni e di svolta: un forte aumento salariale per tutto il mondo del lavoro; il ritorno pieno alla previdenza pubblica a ripartizione, con l'abrogazione dei piani pensionistici governativi ma anche della controriforma Dini e della logica dei fondi pensione; l'abrogazione delle leggi di precariato a partire dal "pacchetto Treu" sino alla Legge 30; un vero salario garantito ai disoccupati senza contropartite di flessibilità la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio di tutte le aziende in crisi, che licenziano e che frodano lavoratori e risparmiatori.
L'esperienza ha insegnato che azioni simboliche e rituali sono del tutto inefficaci, e che invece la lotta vera, l'azione prolungata che rompe le regole del gioco, non solo è possibile ma è l'unica che può strappare risultati. Per questo il nostro partito impegna tutte le sue forze e i suoi militanti in ogni movimento e in ogni organizzazione di massa a sostenere la proposta dello sciopero prolungato e a farne terreno di battaglia politica aperta. Parallelamente il Prc assume la parola d'ordine del ritiro immediato e incondizionato delle truppe italiane dall'Irak come parola d'ordine di iniziativa di massa permanente in vista della manifestazione del 20 marzo. Sostenendo apertamente il diritto di resistenza e sollevazione di massa del popolo irakeno contro l'occupazione imperialista e il relativo patrocinio Onu. Marco Ferrando Respinto con 4 voti a favore e 29 contrari |