Riunione Direzione del 28 gennaio 2004

Ordine del giorno Capelli Emprin

La legge sulla procreazione medicalmente assistita, approvata con i voti di una maggioranza trasversale, è una legge regressiva e oscurantista, misogina e ipocrita, che non garantisce il diritto di accesso alle tecniche di riproduzione assistita, va contro i principi della nostra Costituzione e il carattere laico della Repubblica e colpisce direttamente soprattutto le donne e la loro autodeterminazione.

Siamo di fronte a un vero e proprio manifesto ideologico del centro destra e di un governo a forte pulsione autoritaria, che tenta di affrontare una crescente crisi di consenso ammantandosi di una legittimazione confessionale.

Da una parte si nega la piena responsabilità della donna sul proprio corpo e in ambito procreativo, facendo di questa legge il cardine di una concezione parziale ed escludente della cittadinanza, di una vera e propria regressione autoritaria e patriarcale che rifiuta di misurarsi con il principio di realtà legato alla differenza irriducibile dei corpi. Riconoscere che si nasce da una donna se lei sceglie, e che nessuna autorità può imporle una scelta per forza di legge, è principio di civiltà: la relazione del concepito con il mondo è indissolubilmente connessa con l'accettazione, la cura, il desiderio della donna nel cui corpo cresce e si sviluppa in relazione simbiotica. Al contrario, la legge approvata, riconoscendo la soggettività giuridica del concepito, prefigura una radicale modifica della civiltà giuridica rappresentata dalla legge 194 sull'aborto, con il risultato che il corpo femminile diventa oggetto dell'azione legislativa, un corpo pubblico vincolato da divieti, controllato nelle relazioni private e nelle scelte sessuali, sottoposto a norme che ne compromettono la salute.

Dall'altra parte si nega il principio di laicità dello Stato per imporre al corpo sociale un'etica di parte, si disconoscono la pluralità delle concezioni del mondo, della vita e della morale, l'evoluzione dei costumi e la pluralità degli orientamenti sessuali per riaffermare la "naturalità" della famiglia e della coppia eterosessuale, interferendo nella sfera delle relazioni personali con un complesso di divieti e castighi e rendendo incompiute e retoriche parole come uguaglianza, libertà e diritti. Nello stesso tempo, si dettano regole che contrastano con il diritto inalienabile alla salute della donna, e perfino con il diritto all'esercizio della responsabilità sanitaria
Si tratta, in sostanza, di un passo significativo nella regressione dallo Stato di diritto e dalle Costituzioni laiche, sociali, egualitarie ed evolutive del ‘900 allo Stato etico e confessionale, della declinazione sul piano interno di un nuovo ordine sociale fondato sullo Stato etico ed autoritario come strumento di regolamentazione e controllo del corpo sociale, con forti connessioni con il nuovo ordine mondiale fondato sulla guerra preventiva e costituente.

Si tratta di una legge inaccettabile e un testo non emendabile, e la Direzione Nazionale si impegna con tutto il partito per sostenere nel Paese una grande campagna politica di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di moltiplicazione delle iniziative, coinvolgendo donne e uomini, associazioni e comitati, esponenti del mondo scientifico e tutte le forze democratiche nella mobilitazione per riaffermare il principio di autodeterminazione femminile, la laicità dello Stato, l'uguaglianza sostanziale e l'autonomia della scienza e della ricerca, restituendo visibilità, dignità, parola e diritti a chi chiede di accedere alle tecniche di fecondazione assistita.

Altra è la strada da percorrere, come altra è la nostra proposta politica: quella di un diritto "leggero", che non decide chi può accedere alla fecondazione assistita e quali sono le tecniche e si limita a un regolamento sanitario per garantire, nello stesso tempo, l'accesso consensuale e informato alle tecniche di fecondazione e la salute della donna.

Il Forum delle donne del Prc si è battuto in questi anni contro questa legge, seguendone l'iter insieme ai gruppi parlamentari, battendosi perché non venisse approvata, dando vita al Tavolo di bioetica e producendo iniziativa politica, materiali informativi, manifesti e volantini rivolti all'opinione pubblica. Ha aderito e partecipato, con i/le giovani comunisti/e e il partito, alla manifestazione nazionale promossa dalle parlamentari laiche contrarie alla legge il 24 gennaio scorso.

Oggi vanno messe in campo tutte le nostre energie per sostenere una campagna politica di lungo periodo, moltiplicando le sedi e le forme di lotta, organizzando incontri, informando, mettendo a disposizione di tutte e tutti il patrimonio di conoscenza ed esperienza acquisita attorno al tema della riproduzione artificiale, per arrivare alla cancellazione della legge avvalendosi di tutti gli strumenti, dalle eccezioni di incostituzionalità alla centralità di questo obiettivo nella definizione del programma di alternativa al governo delle destre, a un'attenta valutazione della praticabilità ed efficacia dello strumento referendario.

Giovanna Capelli
Erminia Emprin

Approvato con 18 voti a favore, 4 contrari, 1 astensione

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