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Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 15 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie CPN 22 - 23 ottobre 2025 OdG Lotta contro la violenza di genere Rilanciare l'impegno del Partito della Rifondazione nella lotta contro la violenza di genere, fondamento delle relazioni patriarcali, razziste e coloniali. Dopo il 72° femminicidio in un anno, il secondo a Milano in una settimana, di due donne uccise dal loro ex compagno dobbiamo avere la consapevolezza. che la violenza maschile contro le donne riguarda tutti e tutte. Nessuna donna deve sentirsi sola. Nessun uomo può dire che questo tema non lo riguarda. Nessun progetto di alternativa di società può sentirsi fuori da questa contraddizione. Con poche varianti questa storia tremenda si ripete senza fine: donne uccise da un uomo, non un estraneo, un uomo incontrato per caso, ma il marito, il fidanzato, l'amante, che non accetta di essere lasciato e comincia a blandirle, a seguirle, a perseguitarle, a minacciarle, fino ad arrivare ad ucciderla. E 'amore? E 'gelosia? E' un raptus di un maschio offeso? L'assassino non è un' eccezione, una mela marcia; diceva bene Elena Cecchettin, definendo l'assassino timido e incensurato della sorella "figlio sano del patriarcato" .Il femminicidio è l'iceberg emergente della violenza patriarcale, che struttura le fondamenta della nostra società, profonda e millenaria nelle origini, ma funzionale al capitalismo, in ogni fase del suo sviluppo, e al suo dominio, tanto più oggi che esso vive una fase di crisi che trascina verso una guerra totale o verso tante guerre permanenti originate dalla volontà dell'Occidente a trazione Usa , di rallentare o evitare il proprio declino. Il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza di genere contro le donne non è una scadenza rituale. Non lo è mai stata, ha sempre rappresentato una "anomalia " straordinaria nelle stagioni passate in cui predominava nel corpo sociale la passività, la rassegnazione, la perdita di senso del conflitto sociale , politico e civile e dell'azione collettiva, perché il movimento femminista la ha sempre straordinariamente attualizzata trasformata in grido di smascheramento e decostruzione del patriarcato nello spazio pubblico riempiendo le piazze a Roma e nei territori con la sua radicalità, la sua analisi spiazzante e non conforme, durissimo contro la destra neofascista, il neoliberismo guerrafondaio delle èlites europee impegnate nel riarmo e nel sostegno all'Ucraina e alla Nato. E il prossimo 25 novembre assume un nuovo significato, quello del possibile e necessario intreccio del movimento femminista italiano nella vitalità e potenza della sua lunga durata, con la eccedenza del movimento per la autodeterminazione del Popolo palestinese, contro il genocidio dei Gazawi. Questa sarebbe una grande convergenza, capace di spostare coscienze e forze dal profondo delle strutture sociali. E' avvenuto nel passato grazie ai comunisti e alle comuniste del PCI , quando furono le donne dell'UDI a dare un grandissimo contributo alla raccolta delle firme contro il Patto Atlantico Questa convergenza non è "naturale" avviene perché qualcuno la pone come obiettivo necessario e possibile e ci lavora per raggiungerlo, quindi non si limita ad andare alle manifestazioni del 25 novembre con il proprio striscione, ma cerca di avere una posizione nostra su tutto quello che il movimento dice in quella mobilitazione, la prepara e la prosegue nelle federazioni , nei circoli interloquendo con le reti del movimento femminista e del movimento contro il genocidio del Popolo Palestinese e per la sua piena autodeterminazione, trovando la connessione profonda fra violenza patriarcale, guerra, militarismo, populismo penale. Giovanna Capelli, Giovanna Ticca, Tania Poguisch, Roberta Piazzi, Fabrizio Baggi, Cadigia Perini, Marisa Chiaretta, Stefania Soriani, Maura Mauri, Silvia Stocchetti, Tonia Guerra, Eliana Ferrari, Daniela Vangeri, Stefania De Marco, Silvana Cesani, Valeria Allocati, Alberto De Ambrogio, Luisa Colombo.
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