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CPN 22 - 23 ottobre 2025

Giovanni Ferretti

Due punti. Il primo riguarda le elezioni, anche perché riguarda lo strabismo NON di Venere che ci caratterizza. Fatemi togliere qualche sassolino dalla scarpa.
Dopo le elezioni regionali liguri e dopo le recenti comunali, sui compagni genovesi sono piovute tantissime critiche, se non irrisioni e insulti (tipo: volete far scomparire Rifondazione), per via dei risultati ottenuti.
Sono risultati dei quali indubbiamente non siamo fieri, fatti con 3.000 euro di spese vere, con un circolo che non ha dato candidature, soldi, nessuna iniziativa, neppure un post sulla sua pagina FB, e pure senza la presenza del nostro segretario nazionale, pur invitato, e pur essendo Genova la realtà principale che andava alle elezioni.
Sono però risultati migliori rispetto a quelli ottenuti per esempio nelle Marche. Anche lì eravamo presenti con il nostro simbolo. Di più: noi eravamo in una lista di opposizione, nelle Marche in una lista interna al centrosinistra, che quindi non sottostava al ricatto del voto utile. Nessuno ne parla.
Vedo con preoccupazione che, allora come oggi, non si aveva e non si ha coscienza del fatto che il partito attualmente in Italia è questa cosa qua, "a prescindere da dove ci si collochi", come ha detto qualcuno. Questo, almeno, sino al montare del movimento.
Ma se siamo questo, se il nostro potere contrattuale è nullo, allora l'obiettivo non può essere solo tattico ma strategico: come e cosa fare per ridare sostanza al partito della Rifondazione Comunista, come si possa tornare ad essere credibili nei confronti dei ceti popolari che vogliamo rappresentare.
lo si può fare stando all'interno di una coalizione che vede il PD assolutamente estraneo non solo da qualsiasi pensiero socialista, di uscita dal capitalismo, di uscita dalla Nato, di limitazione delle spese militari, ma dal solo limitare lo strapotere del mondo della finanza e della Confindustria sull'economia internazionale e italiana? Io direi proprio di no. Non è assolutamente possibile.
E poi, come dicevo un altro compagno, andiamo lì in cambio di cosa? Cosa proponiamo?
Sono stato in consiglio comunale negli anni del G8 e sono andato con Giordano Bruschi, il partigiano Giotto, che ha compiuto recentemente 100 anni, nello studio di Pericu a contrattare un accordo elettorale col centro-sinistra. E l'abbiamo fatto. Non sono quindi pregiudizialmente contrario ad accordi. Il problema è che allora si aveva la certezza (localmente corretta) di poter tirare la giacchetta e di poter incidere nelle politiche cittadine e anche nazionali. Avevamo numeri ben diversi e il PD non era ancora quello odierno. Oggi siamo in questa situazione? direi proprio di no. Non vedo giacchette strappate, anche se c'è AVS che da tempo dichiara di tirarle. A proposito, di che parliamo? Quello spazio politico è già occupato da un qualcosa che è 6 volte noi.
Quando andremo alle prossime elezioni nazionali, chiederemo di eliminare il maggioritario in cambio del nostro appoggio? E loro non vedranno l'ora di sentirselo chiedere e di dirci di sì?
Si dice di fare i conti con la realtà. Però poi si minimizza il voto toscano, si sorvola sulle figuracce del Veneto, sulla Puglia, sulle Marche.
Dicevamo che la tattica deve essere subordinata alla strategia.
Il Terzo Polo è ininfluente? Non solo la Toscana è lì a dirci il contrario, ricordo che a Sestri Levante, come Unione Popolare abbiamo raggiunto il 5% e nella bianca Rapallo il 15% assieme a una lista civica (noi 6%, con sola presenza PRC dentro UP). Sono due comuni del Tigullio che insieme fanno quasi 100.000 abitanti. Di quello però non si è mai parlato. Molti compagni hanno preferito porre l'accento sull'1,3 di Genova.
Ma ve lo immaginate voi un movimento studentesco chiamato da Unione Popolare e non da OSA e Cambiare Rotta? Bella lungimiranza che abbiamo avuto!

Termino con una informazione. Genova è stato l'incubatrice dell'ultimo movimento palestinese. Non abbiamo avuto un grande ruolo ma siamo stati presenti e visibili dal suo inizio. Da qui è partita la protesta che ha riempito le piazze di tutta Italia, lanciata dai portuali del CALP e da Music for Peace.
Si è incrinato il rapporto tra queste due realtà, con il CALP, che significa USB Che significa Pap, che porta avanti iniziative più indirizzate agli attivisti e al movimento radicale: ha ora chiamato un'assemblea cittadina che si svolgerà martedì e alla quale ovviamente parteciperemo.
Dall'altra parte, Music for Peace ha indetto, da sola, un nuovo corteo, questo venerdì, solo bandiere palestinesi, senza qui e senza là, però alla fine di questo corteo un comizio, con la CULMV (contrapposta in porto al CALP, inesistente ad oggi, egemonizzata da Lotta Comunista) e con la rappresentante di AVS presente nella Global flottiglia. PS: PRC era l'unica realtà non presente a bordo. Faccio outing: ho chiesto a Rebora se gli equipaggi fossero completi, proponendomi. Confesso che ho tirato un respiro di sollievo quando mi ha risposto di sì, preoccupato del beccheggio oltre che dei sionisti.
Sembra quindi che ci sia una divaricazione nel movimento genovese.
Una cosa che fa sperare è che Emergency, non in tempi brevi, faccia una sorta di chiamata per cercare di creare una unica cabina di regia cittadina. Almeno è quello che spero. Saremo in tutte e tre le iniziative.
Non nascondo che il nostro ondivagare nazionale crei non pochi problemi relazionali all'interno dell'ala movimentista, che ci contatta più per la stima acquisita dai nostri compagni che per le posizioni politiche. Music for Peace non ci chiama proprio.
Genova sarebbe da guardare anche per la prematura fine della luna di miele tra la neoeletta sindaca e diversi comitati cittadini... sempre in relazione all'analisi del chi comandi realmente dentro il PD e quali interessi difenda. Ma qui il discorso si farebbe lungo.

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