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CPN 22 - 23 ottobre 2025

Alberto Deambrogio

Il popolo palestinese ha bisogno che l'enorme movimento che ha invaso le piazze contro il genocidio non si ritiri. Esso è l'unica garanzia per la costruzione di una pace giusta. Quel movimento dovrebbe avere da parte nostra una attenzione analitica, politica e pratica che sinora non c'è stata: serve un investimento su questo elemento per molti versi spartiacque, che deve aggiornare il nostro dibattito politico purtroppo piegato su una opzione di frontismo politico a tutti i costi, ribadito senza indugio dal segretario in apertura dei lavori.
Se è vero, l'abbiamo ribadito in tutti i modi, che la spinta etico-morale è stata decisiva per spingere le persone in piazza, appare però come una motivazione a cui se ne possono legare altre, magari non del tutto chiarificate ed elaborate, ma presenti. La radicalità dei messaggi di chi ha rotto gli incantesimi dei dispositivi capitalisti, ritenuti inamovibili, ha sopravanzato ogni recinto politico esistente, centrosinistra compreso. C'è stata e c'è la consapevolezza sempre più chiara e insopportabile che vi è un sistema sociale, economico e culturale in grado di eliminare persone in massa perché ritenute scarto inutile, ma anche di esercitare per anni, ad una più bassa intensità, la distruzione di società in cui abiti l'eguaglianza, il diritto, il legame umano, il rispetto per la casa comune.
Su questa base positiva, promettente, anche se necessariamente immatura occorre vedere quali sono le azioni utili che il nostro partito può programmare e sviluppare al fine di permettere l'allargamento e il potenziamento del movimento stesso. Non è proprio il caso, come qualcuno fa, di tirare in ballo un supposto nostro avanguardismo: qui nessuno vuole far morire in culla ciò che è appena nato. Significativamente, Rifondazione Comunista può riferirsi al movimento considerandosi parte di esso, parte di una costellazione, di un ecosistema, come ci ricorda il recente libro di Rodrigo Nunes. All'interno di esso è decisivo agire per una ricomposizione politica, basata in modo particolare sull'attenzione alla riproduzione sociale delle persone. Già, quante volte l'abbiamo detto! Ora c'è la giusta occasione per lavorare a un radicamento delle lotte a partire da campagne riconosciute nel quotidiano da moltissime persone, soprattutto quelle che si evocano invano quando si allude al non voto. Il nesso riarmo, spesa bellica e deperimento dei diritti può e deve avere un ruolo di rinascita alla lotta politica per le persone.

Se è vero che un certo tipo di destra ha guadagnato successi e postazioni di potere in molti paesi, come questa sera è stato detto, bisogna anche che si chiarisca quale sia stato il percorso che ne ha resa possibile l'ascesa. Attenzione, non si tratta solo e non tanto di formazioni di immediata derivazione fascista, che del resto appena al potere si dispongono al rispetto dei dogmi liberisti (Meloni docet). Il capitale che si vuole oggi capitale-politico prima che economico esercita il suo potere all'interno di democrazie svuotate. Credo che una parte non piccola di questo svuotamento sia stato determinato anche da formazioni progressiste, di centro sinistra, che hanno finito per essere interne a quella logica, incapaci di delineare spazi di serio riformismo. A queste forze oggi il nostro partito sembra guardare in modo totalmente acritico, così come è accaduto e sta accadendo nella tornata di elezioni regionali. Assistiamo a un eclettismo disposto a non darsi confini rispetto alla perdita di autonomia, all' inesistenza politico programmatica, all'accettazione di candidature assolutamente criticabili. E' oggi invece molto più utile, direi strategico, guardare a esperienze come quella di Valle d'Aosta aperta e Toscana Rossa per l'indicazione di fondo che danno: si lavori sull'alternativa perché lo spazio per coltivarla c'è. Uno spazio che forse sarebbe stato anche maggiore in termini di consensi elettorali, se una esperienza come quella toscana in particolare si fosse potuta collocare all'interno di un percorso nazionale credibile e di lungo periodo.

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