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CPN 22 - 23 ottobre 2025

Chiuppesi

Alcuni interventi ascoltati ieri e oggi usano gli elementi più rilevanti della situazione politica recente a sostegno di una linea politica di costruzione dell'alternativa a centrodestra e centrosinistra sistematicamente, ad ogni livello, in ogni situazione, sotto ogni condizione.
Quindi:
le grandi manifestazioni di piazza per la palestina dimostrerebbero la bontà di quella linea;
il risultato delle elezioni regionali toscane dimostrerebbe la bontà di quella linea.

A me sembrano entrambi non sequitur. Non vedo consequenzialità logica, nessi stringenti. proprio logicamente eh, prima ancora che politicamente.

Le manifestazioni sono qualcosa che è andato oltre noi e la sinistra di alternativa, che è andato oltre PD AVS e M5s, è andato oltre gli scioperi delle sigle di base o della CGIL,oltre le organizzazioni di massa, le associazioni; poi c'è chi cerca di leggere la situazione a vantaggio della propria opzione politica, lo capisco, ma che ci sia stata una grande partecipazione popolare non autorizza le eventuali mosche nocchiere a sentirsi le guide e gli scatenatori di questo fenomeno, che infatti è andato soprattutto oltre la volontà di chi faceva mille distinguo con chi aveva iniziato a parlare di genocidio troppo tardi, di chi è contro il genocidio ma non aveva manifestato contro quell'altra cosa, di chi cerca metaforicamente di "conquistare la testa del corteo" e così via. Scazzi di questo tipo non sono quello di cui ha bisogno il popolo palestinese.

Per noi comunisti una grande mobilitazione che porta altri sulle parole d'ordine che noi da tempo portavamo avanti è una cosa positiva, disperdere la grande mobilitazione con beghe di posizionamento dovrebbe essere una cosa negativa, ma ricavarne indicazioni in merito alla bontà di un posizionamento elettorale rispetto ad un altro, mi sembra un discreto salto logico.

Per la toscana, se ne è parlato tanto, ma alcuni pareri che la vorrebbero modello nazionale mi sono sembrati frutto di letture quantomeno parziali, o a cui mancano alcuni elementi importanti.
Come ogni regione, la toscana ha le sue specificità, come hanno la loro specificità altre regioni, alcune delle quali l'anno scorso sono andate a elezione con una compagine molto simile alla nostra ma risultati abbastanza diversi, e che non trovo rammentate nel documento politico della compagna Alessandri e altri; un documento quindi un pò strabico, che guarda dove gli pare.
io dico, meno male che la nostra linea nazionale permette ai compagni di ogni regione di valutare le condizioni dei propri territori, discuterne, e decidere come presentarsi.

Nel nostro caso in toscana tutti avevamo valutato che quella del centrosinistra e del candidato presidente Giani non fossero una opzione programmaticamente percorribile. Questo di per sé non è garanzia di buon risultato elettorale. sennò l'alternativa andrebbe sempre necessariamente al 5% e oltre. Sono intervenuti una serie di fattori oltre alla qualità della candidata presidente:

- solo tre candidati presidente,
- voto utile depotenziato dai sondaggi con giani al 55%,
- scontento base 5 stelle,
- bassa affluenza, meno del 50% di votanti che ha premiato chi ha uno "zoccolo duro", fallimento di tutti non averla intercettata;
- no PCI e PC,
- la terza forza dello schieramento era "possibile", una forza che articola le proprie pozioni elettorali in modo diciamo pragmatico, il che forse ha diluito gli accenti che la presenza di Pap ha conferito alla lista.

Infatti, purtroppo, molto spesso abbiamo dovuto scontrarci con le macerie che sui nostri territori PAP lascia attorno a sé nel rapporto con le altre forze politiche, con le associazioni.

Posizioni come "Mai col PD" scivolano in un "mai con AVS", "mai col M5s", mai con l'anpi, mai con l'arci… ma questa non è una posizione che si autodetermina, è una posizione che si fa determinare dal PD per negazione, e costringe a un recintino sempre più minuto. Qualcuno ha detto che lasciamo spazi politici a pap: ma di cosa parliamo, di che microspazio stiamo parlando?
Noi poi politica vogliamo continuare a farla anche al di là delle scadenze elettorali, e non in modo autoreferenziale né di testimonianza.

Se si vuole prendere qualche elemento dalla Toscana per applicarlo anche altrove, ecco forse andrebbe preso questo: che in toscana quelli che erano contrari alle modalità verticistiche con cui poi la lista toscana rossa è stata costruita, escludendo forze importanti del civismo locale, andando a una soluzione che è parsa precostituita e firenzecentrica, quelli che hanno votato contro a queste modalità, poi hanno lavorato con lealtà per il risultato, e in alcuni casi proprio nei territori che erano più critici si sono avuti i risultati migliori.
Mi aspetterei, se si vuole rendere la Toscana un veramente un modello e non si tratta dell'arruolamento retorico di un successo di tutti a vantaggio di una fazione,
mi aspetterei che lo stesso avverrà a parti invertite:
Cioè che anche nelle regioni, o negli altri livelli elettorali dove la maggioranza delle compagne e dei compagni decide legittimamente a maggioranza una collocazione elettorale di altro tipo rispetto a quella toscana, con altre alleanze; che anche lì chi non condivide le decisioni uscite dal CPR, chi nell'organismo collegiale ha fatto battaglia anche dura come è successo in toscana, poi lavori per il successo della posizione decisa dalla maggioranza delle compagne e dei compagni. Questo riferito ai CPR come ai circoli e allo stesso CPN di cui facciamo parte, per le rispettive decisioni.

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