Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 15 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie

CPN 5 - 6 luglio 2025

Tonia Guerra

È imbarazzante intervenire nella riunione di un organismo che non ha potuto esercitare, per mesi, la sua funzione dirigente.
Non ci sono motivi plausibili per spiegare la mancata discussione sulla fase politica: nonostante più volte ne sia stata segnalata la necessità, il CPN non viene riunito, pur nell'incombere di avvenimenti che stanno cambiando le regole del mondo, sostituendo l'arbitrio e la violenza al diritto, con una velocità e una precipitazione inaudite e forse incontrollabili.
Oggi siamo alla pura presa d'atto.

Davvero crediamo che, una volta stabilita una linea, peraltro con le discusse modalità e proporzioni congressuali, si possano affrontare sfide di questa portata affidandoci alle enunciazioni del segretario nazionale, senza la necessità di approfondire e orientare concretamente la nostra azione? Gli organismi dirigenti sono un ostacolo, un intralcio?
Personalmente considero questa questione dirimente.

Temo che sia in atto una mutazione profonda non solo delle pratiche ma della essenza stessa di Rifondazione Comunista, delle precondizioni che ci rendano un soggetto che "rigetta ogni concezione autoritaria e burocratica" "ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario".

Dunque, oggi discutiamo della fase politica, a partire dalla presa d'atto di quanto avvenuto in questi 5 mesi lunghi e decisivi. In una collocazione del partito in cui l'alternativa si gioca all'interno di uno schieramento che fa riferimento al centrosinistra, sostanzialmente scommettendo su una parte del PD rappresentato dalla sua segretaria.
Solo a valle, a giochi fatti e con smottamenti unidirezionali, che confermano ciò che è stato negato nel dibattito congressuale, si deciderebbe una collocazione che oggi appare già impostata nella relazione del Segretario.
Trovo molto debole e pericolosa questa posizione, che ci impedisce di vedere ciò che sta sotto i nostri occhi, se riteniamo davvero dirimente il discrimine della guerra e della militarizzazione dell'economia e della società, con tutte le nefaste conseguenze sul piano dei diritti delle persone e dei popoli.
L'invio di armi in Ucraina, votato più volte in Parlamento dal PD, la posizione espressa in Europa a favore del Piano di Riarmo e per la destinazione in armamenti di fondi PNRR e Coesione dovrebbero orientarci verso direzioni alternative.

L'unità va ricercata con tutti coloro che su questo discrimine hanno posizioni comuni e compatibili.
Sono stata, insieme a due compagne, autrice di una lettera al Segretario perché assumesse una posizione attivamente unitaria rispetto alle due manifestazioni del 21 giugno; so che da numerose federazioni è arrivata la stessa richiesta; vi sono stati numerosi appelli alla convergenza anche di personalità esterne al partito.
Nessun riscontro.

Pare si sia rinunciato anche al ruolo di "colla".
Mi aspetterei da questo CPN l'impulso a formare ovunque possibile comitati unitari contro la guerra, il riarmo, l'uso delle basi militari, per il boicottaggio e l'interruzione di ogni rapporto culturale, istituzionale e commerciale con il governo sionista d'Israele.
Mi aspetterei l'avvio di un lavoro di approfondimento sulle questioni sociali e sindacali, a partire dalla vicenda referendaria.
In ultimo, sull'autonomia differenziata: avendo rifiutato di far parte della segreteria nazionale, perché non ne ho condiviso l'impostazione e la logica maggioritaria, ho accettato di occuparmi di questa importante questione, perché invece non intendo sottrarmi, per quanto so e come possibile, al lavoro concreto del partito.

chiudi - stampa