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CPN 5 - 6 luglio 2025

Gianni Ferretti

Referendum: riportate due situazioni occorsemi in casa CGIL: il fatto di non essere accettato nella riunione di formalizzazione del coordinamento referendario di Genova, in quanto "partito", pur in presenza di Associazioni palesemente rifacentesi al PD, e un intervento della segreteria FIOM che rimproverava alla lista alternativa al Comune di non parlare per Ansaldo di un futuro legato all'inesistente nucleare di terza e quarta generazione. Queste cose, dette da me (ho fatto nozze d'oro con CGIL), vogliono significare che non tutto quello che arriva da CGIL debba essere considerato acriticamente. Figuriamoci con PD e campo largo. Campagna portata avanti solo la SPI, mai di fronte ai posti di lavoro. Grande segnale di debolezza del sindacato. Politicizzazione del voto, richiesta dal PD, ha sicuramente contribuito ad abbassare il quorum. Senza lotte alle spalle, non si sposta l'asse del consenso alle politiche liberiste.

Due partiti? Un compagno ha denunciato l'esistenza di due partiti, motivata da un documento di un circolo sardo, firmato da soli compagni "documento due". E' vero: ci sono due partiti. La controprova alle comunali genovesi, dove un circolo a stragrande maggioranza documento uno (unico voto al documento due quello di Sergio Dalmasso) non ha fatto assolutamente nulla in tutta la campagna elettorale (solo 30 firme raccolte, senza un banchetto nel quartiere, nessun candidato fornito alle liste, nessun volantino dato, nessun manifesto attaccato, nessun post sul Fb del circolo). Reputo il problema sicuramente politico e non da collegio di garanzia, ma sono convinto che il nostro Statuto non dorma sonni tranquilli. Non è un problema solo locale: Genova era il capoluogo più importante delle scorse amministrative ma, purtroppo, il nostro segretario nazionale non è riuscito a passare dalle nostre parti, preferendo andare in un Comune calabrese con un decimo di abitanti, però con concomitante presenza di Conte, e non di Alboresi, come a Genova. Di più: nella chat segretari viene osannato il risultato dell'1,31%, se fatto con i 5 stelle (eletta una 5 stelle e nessuno del PRC) e denigrato l'1,30% di Genova, fatto con una lista di sinistra alternativa, con un budget di 1.300 euro, più le spese di bollo.

Relazione del Segretario: scusandomi per la mia pochezza politica, ritengo che gli interventi fatti sinora non abbiano rimarcato una cosa per me evidente, cioè il cambio di linea politica proposto da Acerbo. Dai congressi di circolo al congresso nazionale, il documento uno ha ripetutamente asserito che nel suo testo non era scritto da nessuna parte che si andava col PD, anzi, l'obiettivo era quello di disarticolare il centro-sinistra, togliendo al PD l'appoggio di AVS e 5 Stelle. Oggi ci si viene a dire che occorre confrontarsi col PD. Il cambio è notevole. E si spendono minuti e minuti per dire che il PD è cambiato. I voti PD in Europa e in Italia, su guerra, politiche economiche di guerra, esercito europeo, ecc. dimostrano il contrario. Questo, senza contare la nostra forza "contrattuale": comunque ci si candidi, in alternativa al PD, col PD, con i 5 Stelle, i nostri risultati stagnano intorno all'1,5%. Come pensate di poter tirare la giacchetta al PD e di influire sulla sua agenda politica, liberista e guerrafondaia? Senza contare, infine, che quello spazio politico è già occupato, e bene, da AVS. Pensate che AVS accetti di avere un "competitor" nelle liste di centro sinistra o, peggio, di campo largo? Succederà, come già successo in molte località, che la nostra rimarrà una presenza muta, senza simbolo, relegata a qualche compagno/a in liste altrui. L'alternativa è sicuramente difficile, ma è l'unica che offra respiro progettuale: il massacro sociale che succederà all'avvio alle politiche economiche di guerra ne offrirà il fianco. Certo che ci vorrà credibilità.

 

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