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CPN 5 - 6 luglio 2025

Enrico Calossi

È incoraggiante vedere che il segretario nazionale Maurizio Acerbo ha superato i problemi di salute e ha potuto presentare una relazione ricca e precisa, che condivido sia nell’analisi politica che nelle proposte organizzative. Il mio intervento inizia sull’importante manifestazione del 21 giugno contro ReArm Europe e il genocidio a Gaza, dove Rifondazione Comunista ha avuto la presenza più numerosa tra i partiti, guidata dalla nostra Giovanile insieme a giovani di M5S, SI e Verdi. Questo dimostra che stiamo uscendo dall’isolamento nel quale ci eravamo volontariamente rinchiusi in passato. Abbiamo costruito e fecondato le relazioni durante nei mesi di mobilitazione per Gaza e nella campagna referendaria. Referendum che ci ha visti sconfitti da un punto di vista legale-giuridico, però, anche se non abbiamo raggiunto il quorum, i 13 milioni di sì sul ripristino dell’articolo 18 dimostrano che il governo Meloni sul tema “Lavoro” è minoranza nel Paese. Tuttavia, i 4,5 milioni di no al referendum sulla cittadinanza sono un segnale allarmante. Noi abbiamo sostenuto e raccolto le firme per quel referendum, e lo rivendichiamo, ma quel risultato ci deve spingere a riflettere. Gli stessi elettori che celebriamo per aver contribuito a raggiungere il 31% di affluenza hanno scelto, in parte, di negare diritti fondamentali a milioni di persone.

Così come dobbiamo riflettere su come tradurre le relazioni che abbiamo costruito in questi mesi anche sul piano delle alleanze elettorali. Ad esempio per le prossime elezioni regionali che si terranno a Ottobre in Toscana. Nell’ultimo CPR toscano sono stati discussi tre ordini del giorno. Tutti partono dal presupposto che le differenze con il centrosinistra guidato da Giani sono incolmabili e che quindi serve costruire una proposta elettorale alternativa alla destra e al centrosinistra. Un odg però chiedeva di lanciare un’offensiva programmatica al centrosinistra. Per esplicitare quali sono le posizioni di Giani sui trasporti, sul lavoro, sulla sanità e sulla militarizzazione del territorio. Un tentativo di attenzione mediatica da spendere poi in fase di costruzione della lista alternativa e di campagna elettorale: l’odg è stato bocciato con 34 contrari, 15 favorevoli e 6 astenuti. Gli altri due odg si distinguono praticamente per un solo aspetto. Il documento presentato, a maggioranza, dalla segreteria impegna la segreteria stessa a proseguire i colloqui per costruire una proposta elettorale alternativa ai due poli; e ha ricevuto 31 favorevoli e 24 astenuti. Il secondo odg è stato approvato all’unanimità (54 voti) e dice esplicitamente di costruire la proposta elettorale “a cominciare da quelle realtà dove condividiamo diversi percorsi positivi in svariate città grandi e piccole. Molte delle quali con la presenza fattiva del movimento 5 stelle”. Quindi si esplicitano chiaramente come prioritarie le relazioni con le liste di cittadinanza (penso ad Una città in Comune di Pisa o Buongiorno Livorno) e il M5s. Il punto è che il M5s non deciderà in Toscana, ma è immerso in una dinamica nazionale per le candidature di altre regioni, in particolare la Campania. Quindi, o Acerbo chiama direttamente Conte e sblocca la situazione o il M5s deciderà il giorno prima della chiusura delle liste, perché non deve raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni: noi invece dobbiamo raccoglierle, e tante.  Questo della legge elettorale toscana è un altro aspetto del clima antidemocratico che si respira in giro. Così come il clima anticomunista che c’è nel cosiddetto “Occidente democratico”. In Ucraina permane la messa fuori legge del partito comunista e di un’altra decina di partiti di sinistra; in Israele si prova ad espellere dalla knesset i membri del partito comunista Hadash che, umanamente, si è opposto al genocidio a Gaza; in Repubblica Ceca si prova a mettere fuori legge il Partito Comunista. Tutti segni di un clima preoccupante al quale dobbiamo opporci.

 

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