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CPN 29 e 30 giugno 2024

Umberto Spallotta

Car@ compagn@
Penso che sacrificare i rapporti a sinistra in nome della adesione acritica e subalterna a ptd sia stato un errore, che prelude inoltre, in maniera non dichiarata, ad una linea opposta rispetto a quella uscita dal congresso, preparando il partito in ultima analisi al rientro nel centrosinistra. Non che non fosse necessario costruire una lista che ponesse al centro la pace, ma essa avrebbe dovuto includere anche unione popolare, come embrione di uno schieramento alternativo ai due poli, entrambi bellicisti e liberisti. Questo secondo me deve essere l'orientamento politico del nostro partito: costruire una ampia soggettività popolare che rompa con le politiche neoliberista e guerrafondaie, privilegiando Il terreno delle lotte e dell elaborazione di una rinnovata coscienza di classe.

Questo è quello che abbiamo sempre ribadito dal 2008. Ovviamente: massima deve essere la convergenza sui referendum della CGIL come quelli contro l'autonomia differenziata o il premierato; come fondamentale deve esser per noi l' unità antifascista con le altre forze democratiche, ma questo non deve preludere ad alleanze politiche elettorali. Troppe le responsabilità del centrosinistra nell' aprire la strada alla distruzione dei diritti sociali e alle controriforme istituzionali. Marcata la sua estraneità alle classi popolari, al punto che esse per reazione alle politiche neoliberiste portate avanti per decenni dal PD e i suoi cespugli, si sono in parte lasciate sedurre dal populismo di destra.

Si tratta per l'ennesima volta di risolvere il dilemma se allearsi col centrosinistra e riuscire ad eleggere, sperando di condizionare a sinistra quella coalizione, o costruire un polo alternativo con radici realmente popolari e non settarie per rovesciare le politiche liberiste e guerrafondaie.
La prima opzione la abbiamo già praticata per anni e alla fine abbiamo visto come tale linea ci ha allontanato dalle nostre classi di riferimento, snaturando il nostro partito, il quale giustamente ha cercato di elaborare una linea alternativa.

Ora, di fronte alla oggettiva difficoltà di costruire l'alternativa in un contesto di sconfitta sociale e di arretramento democratico dovuto al bipolarismo, si vuole tornare ad una linea già per noi segnata dal fallimento, finendo per diventare la brutta copia di Avs che ha perfettamente introiettato la logica bipolare, accreditandosi come l'unica sinistra possibile al tempo del liberismo realizzato.

Un esempio concreto di questa linea chiara e coerente è a mio avviso, quello della lotta contro l'autonomia differenziata. In essa, infatti, grazie alla bravura delle nostre compagne il nostro partito coniuga la massima radicalità con la capacità di guidare un movimento ampio e tendenzialmente maggioritario, senza fare sconti al centrosinistra, da una parte corresponsabile della deriva attuale con la riforma del titolo V e le successive aperture alla autonomia e ora schierato contro di essa. Non ci sono scorciatoie: la costruzione dell'alternativa, faticosissima, che deve riguardare il piano culturale, sociale, conflittuale, prima che elettorale è una strada chiara, coerente e quindi credibile che deve essere perseguita senza ambiguità, e senza ritornare surrettiziamente a una linea opportunista che segnerebbe la nostra fine.

 

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