Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 10 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie CPN 29 e 30 giugno 2024 Tonia Guerra La valutazione sui risultati elettorali e sul percorso della lista PTD. Il risultato non può che essere valutato rispetto allo “scopo” prefisso, in questo caso non la costruzione di un improbabile progetto politico, bensì aggregare quanti/e si oppongono alla guerra per portare le istanze pacifiste in Parlamento Europeo. Il bilancio politico è altrettanto insoddisfacente: era una lista pacifista, non dei pacifisti. Se oggi riconoscessimo ciò che non è andato e che non poteva andare, sarebbe un passo avanti nella nostra scontata e ormai noiosa dialettica. Quello di Santoro è stato un suo generoso tentativo, una proposta personalistica, riconosciuta e veicolata come tale, tutta incentrata su un personaggio pubblico televisivo, noto e stimato dalla generazione come la mia, che segue i programmi televisivi e ricorda la diretta dal ponte Brankov di Belgrado, ma sconosciuto alle giovani generazioni, che infatti non l’hanno votata; gestita e costruita in modo verticistico, con lo stesso capolista in tutte le circoscrizioni, che prediligeva i teatri e non le piazze, un pubblico accorto e dunque selezionato, la formula dei monologhi. Una campagna elettorale nella quale il tema della pace faticava a rendere evidente la connessione con il malessere sociale, la povertà, il disagio. Nulla di paragonabile all’attenzione che aveva accompagnato la campagna di UP, sacrificata prima ancora di essere costituita. Sulle amministrative. La contemporaneità con le amministrative non sempre ha aiutato. Sul nostro futuro e sul Congresso. Oggi il Segretario ammette un orientamento verso un cambio di linea politica, peraltro abbastanza evidente da tempo. La convergenza delle lotte non è cominciata qualche giorno fa in Piazza Santi Apostoli sull’autonomia differenziata: se oggi ci compiacciamo di stare su quel palco, dobbiamo sapere che lì ci ha portati anche la piazza autoconvocata davanti a Montecitorio qualche giorno prima, quella di marzo a Napoli, le diverse centinaia di assemblee e iniziative in tutt’Italia. Senza arretrare di un millimetro sulla radicalità dei contenuti, cosa non scontata neppure in questo organismo. Evitiamo facili e fuorvianti letture e scorciatoie: una cosa è partecipare su basi comuni a una lotta per la democrazia, altra è scambiare questo come un progetto politico.
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