Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 10 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie CPN 29 e 30 giugno 2024 Stefano Galieni Alcuni interventi precedenti invitavano, giustamente, a non caricaturizzare le posizioni altrui. Condivido, ma dovremo pensare a ciò che diciamo noi stessi. Come fa il compagno Ferrero ad esempio a dire che “in questi anni avremmo dovuto praticare ciò che dicevamo”, quando da tanto tutto viene ridotto alla delegittimazione del segretario? Al Cpn dovevamo discutere delle elezioni ma, gran parte del dibattito è stato puramente congressuale. Provo a stare in questo confronto ponendoci domande: perché si ripropone un’analisi di 3 anni fa mentre, il contesto nazionale, europeo e globale mutano a tal punto che non ne comprendiamo le direzioni? I risultati. A quanto mi risulta PTD non sarà un partito e Santoro vuole rafforzare la sua associazione e ampliare un movimento contro la guerra. Ci interessa? Su queste basi si. C’è chiarezza e ci si relaziona senza bisogno di statuti, cessioni di sovranità, creazione di nuovi soggetti. Se i presupposti cambiano ne ragioneremo come Rifondazione. La lista è stata fatta di corsa e male, anche a causa delle nostre divisioni ma, in assenza di un reale movimento per la pace, come fu quello del 2003, ha raccolto 500 mila voti contro la guerra. Vero che ci sono state tante manifestazioni contro il genocidio a Gaza, mai però con le dimensioni raggiunte nelle grandi metropoli europee o in Usa e non c’è stata, in 2 anni e mezzo, nessuna vera mobilitazione contro la guerra in Ucraina. Ci dovremmo interrogare sulle ragioni Ptd non ha eletto, ma ha imposto di parlare, non solo in chiave etica, di un tema che si voleva ignorare. La nostra presenza è stata più visibile rispetto alle esperienze di alleanze passate, UP compresa, o lo dimentichiamo? Essere definiti “partitino” è un insulto da rispedire al mittente. Ma possiamo dirci che con poch3 iscritt3 e militanti questo siamo? E poi, ma pensiamo che la “classe” non ci ha votato per le posizioni di Ptd su Nato e genocidio? Il successo di AVS si spiega con la visibilità nei sondaggi che rendevano quasi certa l’elezione. Sia Lucano che Salis hanno colto l’occasione. Nella spoliticizzazione del paese distante dalla competizione, l’elemento “emotivo”, il voto per “liberare un’antifascista” ha premiato – sembra che Salis abbia portato quasi il 2% ad Avs. Molte/i hanno colto la criticità dell’assenza di voto giovanile e delle classi popolari. Ma da tempo anche i nostri consensi giungono da un ceto medio colto, riflessivo e anziano. Nelle periferie, fra chi è sfruttato, non si vota o si vota a destra. Mi raccontavano delegati Fiom, “in fabbrica chi lavora si sente difeso da noi, fuori dalla Lega”. Accadeva nel 2007. Accorgersene ora dimostra come da tempo ignoriamo la frammentazione del lavoro e delle vite nelle periferie. Per questo credo che il nostro congresso dovrebbe aprire ad un percorso di ricerca e di inchiesta. Non ci sono soluzioni salvifiche ma c’è la necessità di ri - costruire relazioni paritarie, sui contenuti e non sui contenitori. Il gran lavoro contro Autonomia Differenziata, Premierato, Riforma della giustizia, Referendum della Cgil e Salario minimo, per abolire la Bossi Fini, sono luoghi di confronto pubblico in cui il nostro partito può essere protagonista. La confort zone dell’antagonismo estetico non ha futuro. Il conflitto è altra cosa. E penso che UP sia un progetto ormai nei fatti inesistente. Nella prossima assemblea dei soci va congelata, mantenendo, dove possibile le relazioni. Chiudo partendo dalle critiche alla relazione del segretario, che è registrata. Vi si parla di ingresso nel centro sinistra? No. Quello che si è creato è un rapporto su alcuni contenuti con il resto del Paese reale. Sarà tema congressuale: da affrontare con franchezza. Dobbiamo essere quell3 che agiscono politicamente sapendo che alcuni pilastri, no alla guerra e no al patto di stabilità temi di condivisione fra FdI e Pd, sono per noi fondamentali e ci dividono. Ma, temendo l’esito del referendum sul premierato, mi e vi pongo una domanda. Rischiamo di divenire come la Francia. Critichiamo oggi legittimamente l’ambiguità sulla guerra del Fronte Popolare, in condizioni simili, cosa faremo nel 2027? Vorrei poterne seriamente discutere. Trovo tale tema molto più interessante per la classe della nostra noiosa e reiterata conta interna.
|