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CPN 29 e 30 giugno 2024

Giovanna Capelli

Sui risultati di PTD il Segretario è molto reticente, non prendendo atto del fallimento rispetto allo scopo per cui la lista si era costituita, è giustificazionista e non chiarisce le cause della sconfitta a partire dal profilo personalistico, che non ha intercettato lo spaesamento, la solitudine, la sofferenza sociale di chi non vota. Questa area in crescita dell’astensione dovrebbe essere il nostro principale referente. Ma la cosa più grave è che Maurizio si rifiuta di affrontare il tema delle responsabilità che la maggioranza di Rifondazione ha rispetto a questo fallimento: con la liquidazione di UP ha via via tolto credibilità e slancio a un progetto unitario per la pace, che doveva andare al di là dei confini della sinistra antiliberista, aggregatore di sensibilità e di varie anime del pacifismo.

Non si fa unità a partire dalla rottura di un progetto, senza rispetto alcuno verso chi lo aveva scelto alle elezioni Nazionali, alle regionali lombarde e laziali UP. Continuate a parlare del settarismo di Pap, ma avete in realtà rotto con chi aveva dato fiducia a UP, cui si è risposto con il rimando sine die della assemblea fondativa, con il divieto di discutere e di emendare lo statuto, con il politicismo più bieco. Per la prima volta Acerbo esprime, con il registro del dubbio, una revisione della nostra linea politica a partire dal 2008, quella dell’alternativa, (dice: non ha funzionato e ci ha ridotto al lumicino). Riassume quella stagione ingenerosamente con uno slogan “mai con il PD “e schiaccia al nodo elettorale tutta la elaborazione della costruzione dell’alternativa.

Ci aspettano grandi battaglie unitarie: autonomia differenziata, premierato, referendum CGIL Tutti temi che il Pd ora condivide. Queste unità costituzionali e di difesa dei diritti del lavoro vanno promosse e noi all’interno dobbiamo assumere un ruolo visibile, non di umili comprimari. Siamo il Partito, che su questi punti non solo non ha mai vacillato, ma ha messo in piedi movimenti e reti che hanno permesso poi l’ampliarsi del fronte. Esemplare quello che abbiamo agito contro l’autonomia differenziata. Se ci fossimo accontentati dell’unità ampia avremmo fatto solo un tavolo contro l’autonomia differenziata, dove ci sta anche Villone, che aveva già deciso attraverso una legge di iniziativa popolare quali fossero le materie non delegabili.

Lì ci siamo andati in modo unitario con alle spalle una rete contro ogni autonomia differenziata, che ha mobilitato centinaia di associazioni e anche amministratori locali contrari a questa contro riforma, Quindi vi è un ruolo che noi ci dobbiamo dare nelle battaglie unitarie, che scaturisce non da una line astratta, ma dalla costruzione di una opposizione non solo più radicale, ma attenta alla storia e a tutti quei temi che l’agenda del campo largo esclude, la casa, la sanità, le pensioni, il reddito.

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