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CPN 29 e 30 giugno 2024
Anna Camposampiero
Approfitto per poter ringraziare quanti e quante si sono spesi per una campagna elettorale faticosa e che purtroppo, nonostante quanto si dice, non ha visto il partito tutto impegnato. Non sono solo i documenti pubblici di chi ha dichiarato che non avrebbe raccolto le firme a dircelo, ma proprio l’evidente disimpegno da parte di alcuni territori. Un brutto segno per una organizzazione e per una comunità.
La normalizzazione della guerra è una delle urgenze da affrontare.
Nella campagna elettorale siamo stati gli unici a parlare davvero di pace, e di guerra e di tutte le sue conseguenze. Dissento fortemente con chi dice che non si è parlato di crisi, di carovita, di conseguenze della guerra.
Quindi penso che l’impegno del partito debba andare nella direzione di essere partecipi della ricostruzione di un movimento per la pace, perché se crediamo alla metà delle cose che sento, ne avremo bisogno.
Poi c’è la contraddizione di chi sostiene la Palestina, ma non i palestinesi che avrebbero potuto portare la loro voce in Parlamento Europeo, considerato che la lista a cui abbiamo partecipato è stata l’unica a dare loro voce reale. Ma non sta a me giudicare le scelte altrui. A noi sta trarne le conseguenze, e quindi quando sento che UP è uno spazio da tenere aperto mi chiedo con quale coraggio lo si dice.
Forse lo stesso con cui prima si firmano documenti che inneggiano alla costruzione di altro da noi, con frasi tipo “costruzione di un’entità politica nuova e autonoma” facendo parte dei nostri organismi dirigenti, documenti poi resi pubblici e fatti circolare.
Certo è che se guardate i telegiornali ciò che accade in Palestina è derubricato in fondo, insieme a ciò che accade in Ucraina. La normalizzazione della guerra appunto avanza mentre la gente muore.
Intanto si prepara l’attacco al Libano, intanto gli sfollati in Sudan sono più di 10 milioni, intanto, è stato detto, le nomine apicali in Europa, vanno in una direzione preoccupante.
Se a parole quindi è chiara l’urgenza di parlare di guerra, non è altrettanto chiara invece la lettura di quanto sta accadendo nella società, nella politica fuori da noi.
Chiedo ai compagni e alle compagne che sono intervenuti prima di me: vi siete accorti che ci sono i fascisti al governo?
Vi siete accorti del fatto che l’unica organizzazione che cresce nelle iscrizioni è l’ANPI?
Dovremmo interrogarci anche su questo e trasformare la voglia di antifascismo in concretezza, e non solo antifascismo di maniera.
Quelli che regolarmente invochiamo come esempi da seguire, e che praticano politica molto più di noi, forse se ne sono accorti più di noi e si muovono di conseguenza. Senza per questo sentirsi meno comunisti, meno radicali, meno visionari. Penso al Front Poupulaire con dentro compagne e compagni francesi che spesso inneggiamo ad esempio.
Vorrei parlare anche di Sinistra Europea e di ciò che sta accadendo da qualche mese a questa parte, e che dopo le elezioni sta accelerando.
Da mesi c’è chi sta cercando di costruire un’alternativa alla Sinistra Europea in cui il ruolo dei comunisti e delle comuniste sia ridimensionato se non eliminato.
Noi abbiamo bisogno di essere protagonisti, e lo saremo grazie ad Eleonora Forenza che è nel segretariato, nel processo che è stato avviato nella Sinistra Europea, costruendo e rafforzando alleanze e contrastando quella volontà di ridimensionamento del ruolo dei partiti comunisti che vedo in atto, con tutte le difficoltà che la nostra debolezza evidenzia.
Abbiamo bisogno di un congresso che davvero abbia a cuore il nostro partito, perché nei prossimi anni ci sarà bisogno di una forza come la nostra.
Ma vorrei evitare di sentire ripetere le parole che sento da quando sono iscritta, dal 2009:
Costruire l’alternativa e rafforzare rifondazione.
A distanza di 15 anni il solo risultato ottenuto è l’opposto: abbiamo indebolito rifondazione.
Quel ciclo va chiuso. E ne va aperto un altro, completamente nuovo che tenga conto che il mondo è cambiato e noi dobbiamo cercare di esserne all’altezza.