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CPN 29 e 30 giugno 2024
Giovanni Bruno
Per impostare un’analisi del voto significativa dobbiamo fare una premessa metodologica e politica generale. Le leggi elettorali degli ultimi 20/30 anni sono improntate a due finalità principali: la prima punta a semplificare con la governance la dialettica politica e a concentrare su due partiti (o poli) la scelta degli elettori, stabilizzando e rafforzando gli esecutivi; la seconda punta a escludere le forze alternative di sistema, in particolare quelle comuniste, e consentire l’affermarsi di una sinistra governista, compatibile con i principi liberaldemocratici, ma soprattutto allineata con l’euro-atlantismo occidentalista.
Anche gli ultimi risultati lo dimostrano: nella provincia di Pisa abbiamo eletto una consigliera a Pontedera con oltre il 6,%, Denise Ciampi (della Segreteria prov.le) candidata a sindaca con Pontedera a sinistra (PRC, Sin.It., associazionismo) in alternativa a cs e cd; a San Giuliano Terme è entrato un nostro compagno da lista Sinistra Unita per SGT (PRC, Sin.Ital. e associazionismo), in appoggio al candidato del PD; a Casciana Terme/Lari La svolta a sinistra non ha eletto pur avendo raggiunto quasi il 10%.
Elezioni europee: pur essendo critico con la lista PTD, è stato importante far emergere il tema della pace contro la guerra nel contesto elettorale; abbiamo sostenuto la raccolta firme e la campagna elettorale con le/i compagne/i di RC, ma abbiamo perso per strada i/le “compagni/e di strada” dell’area cattolica e non-violenta, spariti nelle iniziative conclusive. Nel frattempo una candidata toscana (di area Sin.Ital.) per il Centro ha lavorato per accreditarsi come riferimento della lista, soprattutto in prospettiva delle elezioni regionali.
Il bilancio della lista PTD è sostanzialmente negativo in quanto i voti ottenuti sono ben pochi rispetto alle aspettative o alla narrazione iniziale; oltretutto provengono da un’area composita di cattolici (Pax Christi) e di esponenti del movimento non-violento non solo rivelatasi poco omogenea con le nostre istanze, ma anche ben poco propensa ad organizzarsi sistematicamente. Oltre alle ambiguità e debolezze del programma (l’evasività sullo scioglimento della NATO e la reticenza sulla questione del genocidio in Palestina), il fallimento della lista/progetto PTD sta nell’inefficacia di divenire riferimento di massa sul tema decisivo dell’opposizione alla guerra. Non basta l’argomentazione del poco tempo a disposizione e dell’ostracismo dei media a giustificare l’aver contribuito alla chiusura del processo di ricomposizione delle forze anticapitaliste e antimperialista che, pur con mille contraddizioni e incongruenze, era stato intrapreso con UP.
Nel prossimo congresso dovremo ridefinire la linea politica: il segretario Acerbo ha di fatto demolito la linea attuale di alternatività al centrosinistra e al PD introducendo la concezione dello zig-zag (una cattiva e strumentale interpretazione della concezione leninista) rispetto alle alleanze. Infatti, analizzare le condizioni che in taluni casi possano portare a derogare dalla linea di alternatività è ben diverso da affermare che caso per caso vanno analizzate le condizioni del alleanze. Si apre così una sorta di autonomia differenziata incoerente delle alleanze politiche.
Ritengo invece che occorra riprendere il processo di ricomposizione delle forze di alternativa di classe, per un fronte/polo anticapitalista e antimperialista, per il socialismo del XXI secolo, con l’obiettivo di riconnettere, riunificare e riorganizzare le componenti disperse e frantumate del proletariato in un progetto di trasformazione rivoluzionaria della società.