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CPN 3 marzo 2024

Raul Mordenti

Condivido il senso di preoccupazione, o di angoscia, di molti interventi che mi hanno preceduto. Siamo di fronte a un bivio.
In realtà esisterebbe anche una terza strada: non presentarsi affatto alle elezioni europee. Ma questo, lasciando libero il campo a SI che ha nelle vele il vento dell'opportunismo, comporterebbe la fine della presenza politica comunista in Italia. Spero che la nostra generazione non voglia assumersi questa responsabilità.

Scartata questa strada restano dunque le due strade del bivio: o una lista di UP o una Lista per la Pace.
L'ipotesi di una lista di UP alle europee, che pure alcuni fra noi hanno sostenuto, non esiste più (ammesso che sia mai esistita); ne ha negato decisamente la possibilità lo stesso portavoce De Magistris e anche le esponenti di Manifesta. Ma tale impossibilità era già evidente nei fatti, nei risultati elettorali delle regionali del Lazio, della Lombardia, fino alla Sardegna, con percentuali dallo 0,4% all'1%, e i sondaggi danno costantemente UP dallo 0,5% allo 0,7%. Percorrere questa strada (che Pap proponeva e propone) ci porterebbe al disastro e segnerebbe la fine anche di UP, dopo la sconfitta delle politiche del settembre '22.
Resta dunque l'ipotesi della Lista per la Pace proposta da La Valle e Santoro e, fin dall'inizio, perseguita dalla maggioranza del CPN e dal Segretario.
La guerra è il nodo che concentra per intero il dominio capitalista, da essa dipendono il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, la distruzione del welfare, la catastrofe ambientale, il clima razzista e fascistoide che ci sta soffocando e (non è cosa banale) la prospettiva incombente della guerra atomica. Con la Lista per Pace, la Terra e la Dignità noi possiamo entrare in connessione con la maggioranza del nostro popolo che è contraria alla guerra ma che non ha trovato finora espressione politica a tale opposizione. È questo, evidentemente, ciò che i comunisti e le comuniste debbono tentare di fare.

Ma la Lista per la Pace ha incontrato fin dall'inizio il no di Pap, sostenuto di fatto dalla nostra minoranza. È per superare un tale veto che l'ultimo CPN ha dato mandato alla Segreteria di cercare di risolvere i limiti e i punti critici segnalati, a cominciare dal programma, ed è questo che ha fatto il nostro Segretario in queste settimane.
Grazie a questo lavoro il Programma della Lista ora c'è, ed è del tutto positivo, non solo nelle parti dedicate alla pace e alla Palestina ma anche nelle altre parti sul lavoro, la democrazia, l'ambiente etc. (sono convinto che alcuni compagni/e che lo criticano non abbiano nemmeno letto il Programma della Lista per la Pace e invito tutti/e a farlo). Certo, è sempre possibile esercitarsi all'infantile gioco del "tiro al piccione" su ciò che manca oppure che è solo scritto male, ma questo Programma è decisamente più a sinistra dello stesso programma della Sinistra Europea a cui Rifondazione partecipa.

Vorrei ricordare che si tratta di un'alleanza "di scopo", che Santoro e La Valle non sono comunisti e informo che neppure il Papa lo è. Ma proprio questo è ciò che rende preziosa questa alleanza per la pace, che allarga il fronte e l'area della mobilitazione pacifista e anticapitalista.
I fatti hanno poi dimostrato che il motivo del no di Pap non era affatto il Programma, e anche di fronte alle sue positive modifiche il no di questo partito si è rivelato per quello che era: un veto all'idea stessa della Lista. Di fronte a questo veto settario si pone a noi una scelta ancora una volta netta e senza altre mediazioni possibili: accettare il veto di Pap oppure rivendicare l'autonomia politica del PRC?

È su questa scelta, se accettare oppure no il veto di Pap, che UP di è divisa. Dema e le masse di Manifesta hanno accettato di obbedire il veto di un'altra forza politica, ma un Partito come il nostro non poteva certo seguirli su questa strada di obbedienza che avrebbe comportato disertare le elezioni (cioè la soluzione di resa che abbiamo scartato all'inizio di questo ragionamento). Non è affatto vero che Dema e il piccolo gruppo Manifesta fossero contrari alla Lista per la Pace e che il PRC fosse isolato a volerla (per non parlare dei cosiddetti indipendenti): al contrario, ricordo che De Magistris era stato addirittura fra i firmatari dell'appello La Valle-Santoro per la Lista, e aveva poi sostenuta la Lista in articoli e interventi pubblici, eppure, evidentemente per non disobbedire a Pap, ha alzato le mani e ha finito per accettare il veto (senza peraltro proporre la lista di UP alle europee né nessun altra soluzione possibile).

Un'ultima considerazione: ho sentito dire in questo CPN (da chi ha fatto di tutto per non fare la Lista!) di essere d'accordo con la Lista ma di criticare "il percorso" e il ritardo con cui ci si arriva, senza peraltro dirci mai quale altro percorso alternativo avremmo dovuto compiere. Ebbene, voglio ricordare a tutti/e che la presenza del nostro Segretario nella cabina di regìa della Lista (che avrebbe affrettato e migliorato la Lista stessa) è stata impedita da uno sciagurato voto della nostra Direzione, e che tempo prezioso è stato perso proprio per lo sforzo (richiesto da quegli stessi compagni) di convincere e tenere dentro il progetto Pap, e ricordo anche che è venuta da una nostra compagna (calabrese) la critica al compagno Galieni colpevole di aver tentato di convincere Mimmo Lucano a candidarsi con troppa fretta, cioè prima del CPN odierno. E oggi si dà la colpa ad Acerbo per i ritardi della Lista!

Dunque ora, in una situazione difficilissima, dobbiamo dare tutti e tutte una grande prova di unità e di impegno: a) in primo luogo votando – se possibile – all'unanimità la scelta della Lista per la Pace (anche considerando, ripeto, che nessuno ha proposto alternative), b) lavorando tutti e tutte all'impervio compito della raccolta delle firme (reso necessario da un golpe illegale della destra) e c) mettendo tutti e tutte a disposizione i nostri nomi per le candidature che appariranno al Partito utili o necessarie.
È quando il gioco si fa duro che i comunisti e le comuniste devono dimostrare di saper giocare, e vincere.

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