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CPN 3 marzo 2024
Ezio Locatelli
A me dispiace che le compagne e i compagni debbano accontentarsi delle nostre parole non avendo avuto la possibilità di assistere alla riunione del coordinamento nazionale di Unione Popolare dell'altro ieri sera. Se questa possibilità ci fosse stata non troverebbero spazio le narrazioni fuorvianti, non troverebbe spazio la divisione artefatta tra i buoni che vogliono la lista per la pace e i cattivi che non la vogliono. Le cose non stanno affatto in questi termini. E il problema non è nemmeno che non si è sufficientemente a conoscenza della biografia di figure come Raniero la Valle. Davvero il segretario, nella sua relazione introduttiva, si poteva risparmiare di farci una lezione in proposito.
Conosciamo bene il profilo di figure come La Valle così come quella di altr* compagn* cui va il nostro pieno apprezzamento. Insisto, il punto è un altro. Ciò che è emerso nel coordinamento nazionale di Up è il giudizio sulla debolezza di impianto programmatico, d'insediamento e di profilo della proposta di lista Santoro-La Valle e un percorso di costruzione della lista per nulla partecipato e condiviso. Il risultato è una lista sostanzialmente sovraimposta non costruita su elementi di unità, di apertura, di composizione in ordine a tempistica, denominazione, gestione, formulazione del programma. Riguardo a questo ultimo aspetto, quello che ci viene sottoposto è un programma di buoni sentimenti e auspici che elude, tra le altre cose, il tema dell'avversario da battere.
L'avversario è solo la guerra ma non chi la fa. Manca qualsiasi idea della pace come contrapposizioni tra alternative. A suo tempo uno come Ernesto Balducci ci diceva che " il vero conflitto è nel conflitto tra le forze che vogliono la pace e le forze che vogliono mantenere le organizzazioni tecniche e militari esistenti". Perché non esplicitare questo conflitto? In ogni caso il non aver avuto la possibilità di discutere di queste questioni ha portato praticamente quasi tutte le componenti di Up, per una ragione o per un'altra, a dire che non ci sono le condizioni per stare dentro la lista con proprie candidature
Alla prova dei fatti c'è stata una smentita clamorosa della narrazione fatta in questi mesi all'interno del nostro partito sull'assenso entusiastico di gran parte di Unione Popolare alle magnifiche sorti progressive, tranne ovviamente i cattivi di Pap e di una parte di Rifondazione Comunista. Non per indisponibilità ma per l'assenza di un confronto alla pari. Molte le critiche che sono state rivolte alla scelta unilaterale del nostro partito di andare con Santoro a prescindere da Unione Popolare. Le critiche rivolte per aver bloccato il processo costituente di Up con le sue regole, il suo Statuto. Critiche che, per quanto mi riguarda, condivido. In questo modo si è annullata la capacità di imporre una lista effettivamente unitaria.
Da notare che l'associazione Pace Terra Dignità costituita da Santoro a dicembre, la cui denominazione è la stessa della lista, ha un suo Statuto. Non si capisce perché mai noi non lo dobbiamo avere. Il risultato è di una lista che fa acqua da tutte le parti, accreditata allo stato attuale al di sotto di Up, non attrattiva di candidature varie, una lista difesa a spada tratta solo da Acerbo. Ripeto, al dei limiti e dei problemi aperti non c'è nulla di ostativo a una lista per la pace ma penso che chi ci ha portato a questo punto di difficoltà deve fare di tutto – faccio mie le parole di De Magistris - non per chiudere la partita ma per riaprirla, per provare a cambiare il programma, il senso della lista.
In ultimo, avendo sempre affermato che qualsiasi scelta di lista per la pace andava portata avanti non a prescindere ma a partire da Up penso che in ogni caso non si debba mettere in discussione quanto di positivo è stato costruito a livello territoriale come Up, le intese elettorali per le amministrative. Penso anche che superato questo momento dovremmo fare il possibile per riavviare il percorso di Up. All'indomani delle europee, a bilancio dei risultati elettorali, ci sarà molto ma molto da discutere sulla necessità insopprimibile di costruire una forza alternativa e antagonista ai poli esistenti.