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CPN 3 marzo 2024

Tonia Guerra

Questa nostra discussione, stante l'impronta dell'introduzione del Segretario, rischia di essere eccentrica rispetto alle reali posizioni in campo, come se ci fosse una contrapposizione tra chi è favorevole e chi è contrario a una lista unitaria per la pace alle europee, un confronto fra pacifisti nonviolenti e settari ignoranti.
Non dobbiamo convincerci a vicenda sulla necessità di una lista di scopo che abbia al centro il tema del No deciso alla guerra e alle politiche economiche e sociali che essa determina.
Il fatto è che, per una lista di scopo, è essenziale la chiarezza inequivocabile dello scopo.
Il punto che ci divide quindi non è sulla necessità di unire le forze contrarie alla guerra, ma il modo con cui si sta procedendo, il carattere personalistico che sta assumendo la lista promossa da Santoro e il ruolo che come PRC stiamo giocando. Poteva e doveva andare diversamente.
Di fronte alla proposta di Santoro avevamo numerose carte da giocare: l'essere un soggetto politico portatore di un'elaborazione critica avanzata, di una storia riconosciuta di pacifismo e di antimilitarismo, territorialmente organizzato, parte di una soggettività plurale, Unione Popolare, in grado di avanzare contenuti e proposte, in un confronto ampio e paritetico.
Su queste basi vi era il consenso di tutta Unione Popolare, delle sue componenti e del suo portavoce, come dimostrano i documenti unitariamente sottoscritti, rimasti tuttavia privi di adeguata considerazione sul piano programmatico e metodologico.
La fuga in avanti da parte nostra e l'internità acritica ad un progetto costruito in modo verticistico, del quale abbiamo appreso nome, simbolo, programma a posteriori assistendo alla conferenza stampa del suo fondatore, sono state un grave errore, che ha sminuito il potenziale espansivo della lista.
Il corollario è stato la rottura di Unione popolare e la presa di distanza dalla lista "Santoro" addebitabile non solo al settarismo di una sua componente, viste le perplessità espresse anche da altre componenti e dal suo stesso portavoce.
Ora siamo qui a prendere o lasciare, con la consapevolezza di una strada tutta in salita, dall'esito a dir poco incerto, a partire dalla raccolta di firme difficilmente raggiungibile stante la modifica che in Parlamento si sta consumando a questo proposito.
La lista pacifista non è unitaria, nasce su una spaccatura che dovrebbe preoccuparci e che preoccupa tanti compagni e tante compagne, sconcertati/e all'idea di un'altra aggregazione elettorale con un nuovo capo, mentre il progetto politico su cui avevamo investito viene da noi attivamente demolito; ne è prova il fatto che abbiamo bloccato lo statuto di Up e inattuato l'impegno che avevamo assunto in questa sede, di un gruppo di lavoro sul tema.
Come militante e dirigente del partito, mi atterrò rigorosamente a quanto sarà qui deciso, anche se non ne ho condiviso il percorso.
Ci sarà poi il tempo delle valutazioni e delle assunzioni di responsabilità.
Approfitto dell'ultimo minuto per ricordare a tutti e tutte noi l'appuntamento del 16 marzo a Napoli contro l'autonomia differenziata. Si tratta dell'iniziativa più importante che il movimento contro lo smantellamento della Repubblica, di cui facciamo parte da anni, sta mettendo in atto contro il Governo Meloni e il progetto secessionista della Lega. Credo che il partito intero debba sentirsi impegnato, con convinzione e coesione, alla riuscita di questo evento.

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