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CPN 3 marzo 2024
Paolo Ferrero
Nei mesi scorsi ho guardato alle elezioni europee con tre obiettivi che mi parevano raggiungibili e largamente condivisi nel corpo del nostro partito.
In primo luogo costruire una lista unitaria contro la guerra e le politiche neoliberiste, coinvolgendo il complesso dei soggetti disponibili, da Santoro a Unione Popolare al variegato mondo pacifista e che si mobilita contro il genocidio del popolo palestinese.
In secondo luogo la capacità di rafforzare il progetto politico di Unione Popolare allargandone le interlocuzioni nel passaggio delle elezioni europee.
In terzo luogo la possibilità di svolgere un ruolo politico forte come partito nella costruzione della lista per le europee in modo da rafforzare il nostro progetto e di dare nuovo protagonismo al partito.
Oggi, a pochi giorni dall'inizio della raccolta di firme per la presentazione delle liste, nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto. Anzi:
- Non abbiamo alcuna lista unitaria ma semplicemente la riproposizione della lista Santoro che è rimasta ferma alla proposta iniziale senza capacità di allargare gli interlocutori, lo spettro delle culture politiche coinvolte, di costruire una gestione democratica e partecipata della lista.
- Le istanze poste da Unione Popolare per la costruzione della lista unitaria non sono state prese seriamente in considerazione e la maggioranza dei soggetti fondatori – da De Magistris a Manifesta per arrivare a Pap – non parteciperanno alla lista di Santoro. Invece di un rilancio di troviamo di fronte alla crisi di Unione Popolare.
- Il Partito stesso subisce lo stesso destino di marginalizzazione: non avendo giocato un ruolo politico riconoscibile nella costruzione della lista, si ritrova disorientato, passivizzato e diviso.
Questo risultato non è frutto del caso ma l'esito prevedibile di una linea politica sbagliata portata avanti in questi mesi dal segretario nazionale Acerbo, che non ha mai fatto giocare a Rifondazione Comunista il ruolo politico di collante e di sintesi che era necessario per arrivare a costruire una lista unitaria. Invece di giocare la carta del dialogo finalizzata all'unità, ci siamo semplicemente adagiati sulla proposta di Santoro, contribuendo non poco alla marginalizzazione di UP e alla mancata costruzione di una lista unitaria per le elezioni europee.
Al congresso avevamo detto che il ruolo di Rifondazione era quello di "fare colla", di unire e far dialogare le diverse anime che si muovono sul terreno dell'alternativa e invece è stato fatto il contrario: anzichè operare per la sintesi e per il compromesso è stata favorita la divisione. Qualcuno potrebbe pensare che furbescamente abbiamo fatto gli interessi del partito invece di quelli di Unione Popolare: non è nemmeno vero questo, alle elezioni arriviamo tutti più deboli, UP, Rifondazione Comunista e la lista elettorale.
Nelle scorse riunioni del CPN ho sempre contribuito a proporre un indirizzo politico alternativo a quello che è stato praticato ma in questo CPN non è più possibile: non c'è più il tempo per cambiare strada. Per questo non parteciperò al voto e da militante comunista opererò disciplinatamente per la raccolta di firme e la campagna elettorale così come deciso dal Partito.