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CPN 3 marzo 2024
Comitato Politico Nazionale 3 marzo 2024. Dichiarazione collettiva di voto
Come componenti del Comitato Politico Nazionale riteniamo di dover esplicitare le motivazioni per le quali oggi votiamo contro il documento presentato dal Segretario.
Non certo perché siamo contrari all'idea della "lista per la pace" ma perché siamo di fronte ad una sua realizzazione disastrosa e sentiamo la necessità politica di rifiutare la logica del "tanto ormai non c'è alternativa" precisando fino in fondo il nostro pensiero, dentro e fuori il nostro Partito.
In primo luogo, continuiamo a ritenere che il percorso verso una lista della pace per le prossime elezioni europee (al quale eravamo favorevoli) doveva prevedere per Unione Popolare un ruolo centrale come avanguardia e motore del processo. Constatiamo purtroppo come il nostro Partito, a differenza degli altri tre soggetti costituenti UP, abbia fatto una scelta diversa minando la coesione di UP, mettendone a rischio gli sviluppi futuri e rendendo, allo stesso tempo, più debole la costruzione della lista.
In secondo luogo, riteniamo che, dall'impostazione del programma alla presentazione di nome e simbolo, dalla definizione delle principali candidature di riferimento alle modalità di formazione dell'immagine pubblica, la costruzione della lista a guida Michele Santoro (non a caso sempre definita così dai mass media e mai lista per la pace) sia stata affetta da totale opacità ed eccessivo leaderismo del promotore.
Malgrado il lavoro di mediazione svolto, rimangono poi rilevanti dubbi su quelle parti di programma che più dovrebbero caratterizzare la lista "di scopo". Non condividiamo le posizioni espresse da Santoro sulla Palestina (con reticenze persino nel menzionare esplicitamente il riconoscimento dello Stato palestinese) e sulla NATO (alla vigilia di una possibile disastrosa escalation dei conflitti a causa delle sue politiche espansionistiche). Posizioni che, in quanto leader autoproclamato della lista, sono e verranno all'esterno percepite come appartenenti a tutti coloro che la sostengono.
Siamo, inoltre, molto molto perplessi sulla possibilità che la Lista "Pace Terra e Dignità" (costruita verticisticamente, dall'approccio organizzativo dilettantesco, priva di significativi riferimenti nei movimenti di lotta in particolare giovanili, abbandonata già prima della partenza da alcuni dei frontmen - e sottolineiamo men – che avrebbero dovuto caratterizzarla) possa davvero raggiungere l'obiettivo della raccolta delle firme necessarie alla presentazione alle Europee.
Solo una Unione Popolare coesa, determinata e allargata ad altre realtà collettive ed individuali (dal Pci a Sinistra Anticapitalista, dai movimenti antagonisti a personalità come lo stesso Santoro) avrebbe potuto sperare di raggiungere tale difficile traguardo.
Oggi, malgrado la generosa militanza delle compagne e dei compagni di Rifondazione (unico partito minimamente organizzato sul piano nazionale che resta ad appoggiarla) l'obiettivo ci pare alquanto difficile. E in caso di mancato raggiungimento delle firme Santoro ha già dichiarato che non presenterà la lista anche se fosse possibile ottenere l'esenzione dalla raccolta. Per questo siamo sconcertati dal fatto che il Segretario, primo artefice della situazione nella quale ci siamo cacciati, non proponga alcun Piano B nell'ipotesi (ancora in bilico) che Rifondazione possa far valere l'esenzione dalla raccolta firme. Siamo sconcertati dal fatto che il Segretario non pensi (come invece pensiamo noi) di utilizzare quella dote per rilanciare in extremis Unione Popolare o, comunque, un'aggregazione di partiti/movimenti della sinistra comunista ed anticapitalista.
Temiamo che tra le tante derivate del disastro che stiamo costruendo ci sia l'assistere inerte al successo della lista SI/Verdi che punta palesemente a sostituirci come riferimento interno alla Sinistra Europea nonostante la loro posizione di continua subalternità a PD e centrosinistra.
In sostanza, riteniamo che oggi Rifondazione sia vittima di una sorta di "autoghetizzazione" tattica che prelude ad un cambio di posizionamento strategico. Lasciamo gli interlocutori con cui stavamo costruendo un percorso di alternativa e accettiamo un ruolo marginale e nascosto in un percorso che non ha orizzonti concreti.
Per questo dichiariamo che ci impegneremo in ogni modo per alimentare l'esile fiammella che gli esiti del coordinamento nazionale di UP hanno lasciato accesa e quindi per mantenere in vita Unione Popolare nei territori dove si è costruito qualcosa e per proporre liste di UP alle prossime scadenze amministrative.
E, a questo proposito, constatiamo amaramente che l'ordine del giorno, approvato dallo scorso CPN, nel quale si chiedeva di costruire immediatamente un gruppo di lavoro che avesse il compito di predisporre un'organica serie di proposte del Prc per la costruzione della struttura organizzativa e democratica di Unione Popolare a partire dal superamento dei problemi che presentava la Bozza di Statuto sia stato del tutto disatteso.
Daniela Alessandri
Imma Barbarossa
Lucietta Bellomo
Tatiana Bertini
Claudio Bettarello
Giovanni Bruno
Giada Galletta
Riccardo Gandini
Mara Ghidorzi
Stefano Grondona
Rosario Marra
Nicolò Martinelli
Chiara Marzocchi
Matteo Masum
Giulia Pezzella
Vittorio Savini
Francesca Sparacino
Lia Valentini
Roberto Villani
Pasquale Voza