Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 10 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie
CPN 3 marzo 2024
Marina Boscaino
Inizio con il ricordare, come hanno già fatto Maurizio e Tonia, la importantissima manifestazione nazionale a Napoli, il 16 marzo, promossa da Tavolo NOAD e comitati, che sta vedendo un impegno organizzativo straordinario del comitato napoletano, e dei comitati campani, con un dispendio importantissimo di compagne e compagni, in primis Elena Coccia. Come Tonia Guerra sa benissimo, Tavolo e Comitati sono nella Via Maestra della CGIL, quindi voglio rassicurare il compagno Pegolo. Ma la sua dichiarazione relativa all'UNICA SPERANZA mi fa sorgere dei dubbi rispetto alla postura che una parte del nostro partito potrebbe assumere sulla manifestazione di Napoli, nonché al rispetto di un movimento che da 6 anni sta animando il contrasto all'AD.
Non condivido in alcun modo né la lettura capziosa e mendace di attribuire una connivenza con Pap a chi sta semplicemente tentando di denunciare un problema di democrazia, di dismissione della linea individuata nel congresso, di rinuncia ad una lista UNITARIA - sottolineo UNITARIA - contro la guerra.
Anche su questo è stato già detto molto, ma non c'è miglior sordo di chi non vuole sentire. Si dice: l'avversione di Pap alla lista è stata esplicitata prima di conoscere la piattaforma. Dimenticando due elementi non neutri: la melina di 2 mesi su quella piattaforma; e che anche PRC, ben prima di conoscerla, aveva preso una strada unilaterale, non negoziata, come – all'interno di una alleanza – le buone maniere prevederebbero. Ma, al solito, è il giuoco delle parti.
Non condivido né nel merito né nel metodo il modo in cui si è arrivati sin qui. Ma ritengo al tempo stesso che la ricostruzione filologica si evince da tanti documenti presentati.
La ricostruzione del coordinamento non è corretta, ed io c'ero. Quello che ha detto Ezio Locatelli mi rappresenta completamente, quindi non ci ritorno
A mio avviso la lista Santoro - non per ritardi o cose del genere - non risponde alle domande che provengono dalle piazze per la Palestina, ai giovani manganellati, né risponde alla tragedia sociale – italiana ed internazionale - che si sta determinando in seguito alla guerra e non solo. Sono convinta che, se la convinzione di far vivere e crescere UP fosse stata reale e concreta e se non fosse stata in qualche modo sabotata (e mi scuso per il termine un po' forte, ma non me ne viene uno migliore) in seguito all'epifania dell'ennesimo uomo della provvidenza (di cui, nella logica agiografica, si dimenticano alcuni trascorsi che dovrebbero farci sorgere alcuni dubbi), oggi staremmo raccontando un'altra storia: detto in altre parole, credo che una risposta efficace sarebbe invece stata nelle corde di Unione popolare rispetto alla quale io chiedo che sia data concretezza DA SUBITO all'ordine del giorno approvato nello scorso CPN sul gruppo Statuto UP. Concordo con quanto hanno affermato Giovanna Capelli e Cadigia Perini, sul ruolo di PRC nella (non) costruzione di UP, quindi non ripeto.
Proprio quella Unione popolare per la costruzione della quale io intendo continuare a spendermi, esattamente come avevo garantito a Maurizio, che me lo chiedeva meno di due anni fa, quando eravamo tutte tutti impegnati in quella in quella situazione. A quell'epoca, Maurizio come mai non ha considerato le differenze NON TATTICHE E CONTINGENTI, ma STRATEGICHE, come ancora le ha definite Pegolo? Cosa c'era di nuovo rispetto agli atteggiamenti che avevamo già saggiato 5 anni prima? Scopriamo solo oggi il profilo e le modalità di Potere al Popolo?
Penso che occorra in ogni modo incoraggiare sui territori la formazione di liste con simbolo UP, se non altro per rispetto di coloro che ne hanno propiziato la praticabilità.
Vi comunico il mio disagio attuale che consiste nel ritrovarmi in una situazione in cui le motivazioni per cui mi sono convintamente iscritta a questo partito, tra cui 1) in particolare, come hanno detto altri ed altre, la posizione sulla politica internazionale; 2) l'inequivocabile impegno appoggio alla lotta del popolo palestinese. E faccio mie le domande formulate da Paolo Benvegnù sulla posizione che assumeremo.
Ma il mio disagio riguarda ripeto il metodo attraverso il quale in questo partito si arriva alle decisioni. In questo senso ribadisco che ci troveremo a raccogliere molto probabilmente le firme su una lista rispetto alla quale, al di là dei dialoghi privilegiati di Maurizio, non c'è stato alcun tipo di interlocuzione concreta e che, come si diceva, ci consegna un pacchetto già sostanziato di tutti i suoi elementi essenziali: il nome della lista, il simbolo, il lancio, il programma, salvo gli ultimi aggiustamenti; immagino i nomi nella lista.
Non mi ritrovo nel fatto che la costruzione di Unione popolare e la presenza nel coordinamento provvisorio di Unione popolare del partito della Rifondazione comunista sia stata elaborata secondo il famoso manuale Cencelli, inserendo all'interno del coordinamento di Unione popolare persino persone che esplicitamente hanno da sempre – sin dalla prima ora - dichiarato legittimamente la propria avversione alla costruzione di questo progetto e di considerare questo progetto un intralcio. Tutto questo lo dico con molta amarezza.
Costruttivamente – e sottolineo che non ho parlato né del programma, né di altro, ma ho sollevato problemi di altra natura – poiché concordo con il fatto che ci troviamo al cospetto di una scelta obbligata, mi impegno ad attenermi a quanto verrà deliberato da questo CPN, collaborando – come farei in qualsiasi altra condizioni – per quanto mi sarà possibile sulla raccolta di firme e quanto sarà necessario. E lo farò nello spirito che ha espresso benissimo Benvegnu'. Rispondo quindi ancora a Pegolo: nessuna sotterranea volontà di saltare un giro, né di sabotaggio, ancora parole sue. Diffiderei quindi chiunque dall'attribuire preventivamente responsabilità fondate esclusivamente sul pre-giudizio determinato dal conflitto all'interno del partito.: ho avvertito in tanti toni e affermazioni questa tentazione. Sono - e tante e tanti altri e altre compagne e compagni lo sono - persone abituate a mantenere fede a quanto si dichiara, a metterci la faccia, ad assumersi una responsabilità collettiva.