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CPN 10 e 11 febbraio 2024
Fiorenzo Fasoli
Dalla relazione del segretario pare che tutto sia deciso e viene valorizzato l'accordo con Santoro e la necessità della lista per la pace.
Il partito è rimasto escluso dal percorso visto che la convocazione del CPN arriva dopo mesi dalla precedente.
Ci si comunica che PaP si è autoescluso da U.P., ma secondo il segretario UP può continuare la sua esperienza anche se con una gamba di meno.
A mio parere, se U.P. va in crisi è il nostro progetto politico ad essere in difficoltà.
Continua così la frammentazione a sx e, di conseguenza, la sua marginalità.
Sono illustrate le scelte sbagliate di PaP, ma nonostante gli impegni presi nel CPN scorso, a mio parere, Rifondazione non ha fatto la sua parte.
Ne ha risentito anche l'assemblea costituente di U.P. rimandata più volte ed ancora non convocata.
Se U.P. non parte Rifondazione rimane senza il suo obiettivo strategico, la costruzione del polo dell'alternativa.
Con Santoro c'è l'illusoria possibilità di eleggere qualche deputato nel Parlamento europeo, ma intanto si abbandona il progetto del polo dell'alternativa.
Ora si è dato l'incarico a De Magistris di rendere più accettabile l'accordo con Santoro, peccato però che prima si sia depotenziata U.P.
In questa situazione anche Rifondazione Comunista è più debole, ha minor capacità contrattuale.
E' il risultato dovuto non alle sovrastanti forze avversarie, ma è il prodotto delle nostre scelte sbagliate a cominciare dal mancato sviluppo di U.P.
Sembra impossibile, ma spesso, davanti alle scadenze elettorali nel nostro partito si afferma il politicismo e l'elettoralismo più spinti tanto che davanti alla possibilità di raggiungere la rappresentanza istituzionale si arriva anche al sacrificio del progetto politico.
Per cui poi, occorre sempre ripartire da capo.
E' una malattia da cui non riusciamo a guarire.