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CPN 14 e 15 ottobre 2023
Odg Proposta di iniziative immigrazione
Care Compagne, Cari Compagni
Come avrete avuto modo di conoscere a mezzo stampa, il governo Meloni sta attuando l’ennesima stretta repressiva su migranti e richiedenti asilo. Ad una sconfitta politica e culturale sotto gli occhi di tutti, si sceglie di rispondere con un crudele ed inutile pugno di ferro, utile solo per ragioni propagandistiche. Fra i tanti aspetti su cui l’esecutivo intende intervenire è centrale l’aumento del numero dei Centri Permanenti per i Rimpatri (CPR), vere e proprie galere per persone che non debbono scontare pene per alcun reato. Dai 9 attualmente funzionanti, si dovrebbe arrivare ad avere una ventina di queste strutture su tutto il territorio nazionale. E se finora il tempo massimo in cui vi si poteva essere trattenuti era di 90 giorni (+30) se si proviene da Paesi con cui l’Italia ha stipulato accordi di riammissione, dall’approvazione del decreto legge, vi si potrà restare chiusi per 6 mesi rinnovabili fino a 18. Si tratta di gabbie per esseri umani per loro stessa natura irriformabili e che hanno già creato numerose vittime, infiniti casi di autolesionismo, rivolte, in cui si somministrano psicofarmaci per sedare i trattenuti e che procurano agli enti gestori privati, profitti enormi sottratti alla collettività.
Nonostante la coraggiosa opposizione di alcuni giudici a cui va la nostra massima solidarietà e che sono state/i per questo oggetto di attacchi vergognosi basati sul dossieraggio di antica memoria, si tenterà comunque di portare a segno una ulteriore proposta liberticida che potrebbe arrivare a colpire chiunque chieda asilo in Italia, minori compresi.
Uno dei punti più osceni e miseri di questo attacco si è manifestato con la scelta di inserire in decreto legge la possibilità, per chi giunge in Italia senza regolare permesso e accetta le procedure accelerate di richiesta di asilo in frontiera, anch’esse oggetto di dubbi di incostituzionalità, di rimanere liberi, pagando 4938 euro allo Stato.
Un vero e proprio “pizzo di Stato” che, se applicato, garantirà unicamente chi arriva in condizioni economiche migliori o chi è sottoposto a forte ricatto – si pensi alle donne vittime di tratta – 18 giorni di libertà.
Da sempre il nostro Partito è in prima linea per chiudere quelli esistenti, a maggior ragione ci mobilitiamo per impedire l’apertura di nuovi. Molte/i di noi sono in relazione col tessuto vasto e frammentato di chi si oppone ai Cpr (ex CIE) ed è per tale ragione che proponiamo di.
Convocare, in data da concordare
Un attivo aperto anche ad attiviste/i, non iscritte/i al Partito che hanno manifestato interesse a mobilitarsi su questo tema e ad approfondirlo. Sarà importantissima la partecipazione delle compagne e dei compagni che vivono e operano nei territori in cui prossimità si dovrebbero realizzare i nuovi Cpr
Cercare di produrre un’azione congiunta come partito, intersecando il lavoro del mondo antirazzista e impegnato contro la detenzione amministrativa, entrando, laddove non ne facciamo ancora parte, nelle reti che si sono costituite a tale scopo e svolgendo un lavoro significativo di comunicazione nei territori per far conoscere alla cittadinanza, la gravità di quanto si va realizzando sotto i loro occhi.
Lo sviluppo della detenzione amministrativa procede di pari passo con la demolizione, iniziata da anni, del già carente e fatiscente sistema di accoglienza. Si è continuato, sotto diversi governi di diverso colore politico, a privilegiare quei centri in cui “ospitare” in maniera malsana le persone, al solo scopo di mantenerle in condizioni di subalternità e dipendenza, si è invece smantellato quel sistema di accoglienza diffusa e integrata, realizzato con gli enti locali, che ha permesso il realizzarsi di sistemi di convivenza significativa nel Paese
E a tal proposito ribadiamo la nostra incondizionata solidarietà all’ex sindaco di Riace Domenico (Mimmo) Lucano, che, dopo 5 anni di persecuzione giudiziaria e politica si è visto finalmente scagionato in appello dai reati che gli venivano contestati, in primo luogo il “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Lucano ha continuato a rivendicare la propria scelta di aver continuato a prestare solidarietà ai profughi senza trarne beneficio economico e finalmente questo gli è stato riconosciuto in Corte d’Appello.
Siamo con lui, condividiamo con lui e con le tante e i tanti altri che si sono opposti alla paranoia securitaria, la responsabilità di non esserci voltati dall’altra parte.
Ci attendiamo che Mimmo Lucano abbia un’assoluzione completa e con lui il mondo solidale. Chi sarà condannato dalla Storia è il grumo di potere dei cinici e degli affaristi che dalle conseguenze delle migrazioni forzate, ha tratto finora profitto economico e politico. Per costoro non ci sarà nessuna assoluzione.
Stefano Galieni