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CPN 14 e 15 ottobre 2023
Intervento Roberto Musacchio
Immaginando che sarei stato d'accordo con la relazione di Acerbo, cosa che confermo dopo averlo sentito, mi sono riproposto di dare un mio contributo a partire anche dalla lettura di alcuni testi già giunti al Cpn.
Rimarco certamente la richiesta di unità che fanno. La considero decisiva per agire e non essere invece agiti da altri.
L'unità credo vada ricercata nella capacità di porsi delle domande e cercare insieme delle risposte. In tal senso mi ha interessato il testo di Dalmasso con cui probabilmente avremo anche idee diverse. Dalmasso, come già nel suo libro sul Prc a cui mi ha chiesto con mio grande piacere di fare una prefazione, ricostruisce i passaggi difficili. Io penso che tornarci sopra sia utile anche ad evitare di rifare gli stessi errori. Come ho detto altre volte io non ne sono certo esente. Per questo rifletto ancora di più. La mia idea è che per noi, e per una forza politica, occorre quello che io chiamo un prevalente. Cioè una ragion d'essere che leghi ciò che è e ciò che vuol fare. Noi siamo stati agli inizi la parte del PCI, e della nuova sinistra, che reagiva allo "scioglimento". Leggevamo diversamente l''89 senza arroccarsi e senza rimuovere. Abbiamo capito Maastricht e la concertazione sindacale. Il nucleo resistente era abbastanza ampio per agire. Poi abbiamo letto l'altermondialismo e il nostro essere il "partito di Genova" è stato compreso. Siamo stati sconfitti sul terreno del governo ma invece di cercare un riposizionamento adeguato ci siamo rotti. Ancora, la Lista Tsipras fu un momento di nuovo prevalente, la lotta sulla UE e l'austerità.
Per me oggi il prevalente indispensabile è la lotta per la pace. Essendo diventata la guerra tra dominanti il nuovo spartiacque ed essendo la UE non un cappuccetto rosso trascinato dalla NATO ma il lupo cattivo del proprio bosco.
Di questo sono convinto, con transform, da ben prima che arrivasse la proposta di La Valle e Santoro, per me un'occasione da non perdere per ridare la forza al nostro pensiero per poter agire. E il tema della uscita dell'Italia dalla guerra è assolutamente leninista. I comunisti devono riproporre il loro essere contro le guerre, figlie dei contrasti imperialisti, e per la rivoluzione.
Per altro questo è il vero punto di crisi drammatico della nostra sinistra in Europa, che fatica a darsi una bussola, e noi potremmo dare un contributo.
È questo terreno che va proposto a UP come fanno i comunisti legando unità ed egemonia.
Poco tempo fa su transform abbiamo ripubblicato due testi. Uno sul partito nuovo di Togliatti e l'altro di Mitterrand che a Epinay pone le basi per riunire la diaspora socialista. Sto parlando di giganti e noi non lo siamo. Ma io di questa capacità di ricostruzione in grande e su basi solide sento moltissimo, anche per l'età, il bisogno.