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CPN 14 e 15 ottobre 2023

Intervento Vito Meloni

Su quanto accade in Palestina credo che il Segretario abbia saputo interpretare, nella relazione, il sentimento diffuso nel Cpn e nel Partito. Sono sinceramente dispiaciuto che non abbia fatto altrettanto sulla fase politica. Innanzitutto alcune puntualizzazioni su quanto affermato da Maurizio e su quanto scrive Galieni nella sua nota, richiamata anche dal segretario. Nego nella maniera più categorica di aver mai posto la questione del simbolo come pregiudiziale per la nostra partecipazione alla “lista per la pace”. Se ci fosse la registrazione delle riunioni di segreteria si potrebbe sentire che per me e altr* la questione del simbolo andava posta come elemento di riconoscibilità della partecipazione di UP alla lista.

Che bisognava provare a ottenere questo risultato e che, in caso d’impraticabilità, si doveva aprire un confronto per individuare altre vie atte a garantire la riconoscibilità di UP. Bisognerebbe smetterla di raccontare falsità ed è incredibile che il primo che si comporta in questo modo sia proprio il Segretario. Vengo a quanto ha scritto Galieni. Egli ha affermato, ribadendolo poco fa nel suo intervento, che chi voleva poteva raccogliere le firme per chiedere la convocazione della Direzione. È singolare che si solleciti una procedura straordinaria e poi non si riconosca che c’è un problema di gestione che impedisce il normale funzionamento degli organismi. Se si potesse mettere a disposizione la chat della Segreteria, si vedrebbe quante volte e da quanto io e altr* abbiamo chiesto che venissero convocate DN e CPN senza ricevere alcuna risposta; al punto che è stato necessario formalizzare la richiesta con una lettera al segretario.

Senza quella nostra iniziativa, non ci sarebbe stata la riunione della Direzione dell’altra settimana.
Nella nota di Galieni c’è un punto che mi chiama in causa personalmente. In un passaggio viene evocato il boicottaggio della festa nazionale, evidentemente da parte mia che avrei negato il finanziamento per alcune partecipazioni, al punto che se ne sono dovuti fare carico alcuni compagni. È una falsità assoluta, una infamia che mi offende. Sfido Galieni a dimostrare che io abbia fatto questo. È intollerabile che si ricorra alla menzogna per screditare chi non la pensa allo stesso modo!

Vengo al punto politico di questa riunione. Ogni volta che in segreteria ponevamo il problema di affrontare negli organismi dirigenti il tema della lista e di mettere tutto il partito nelle condizioni di discuterne, ci veniva risposto che bisognava aspettare che Santoro rendesse pubblica la proposta. Nel frattempo le interlocuzioni andavano avanti senza che né Acerbo per Rifo né LDM per UP avessero un mandato chiaro. Sia chiaro, parliamo di un’ottima proposta che nessuno di noi ha mai voluto contrastare. Il punto è che se, come si afferma, siamo solo all’inizio, allora è possibile discutere, trattare, per avanzare richieste e non per accodarsi senza dignità. Altro punto: una lista di scopo non prefigura il soggetto politico dell’alternativa che per noi resta UP.

Dobbiamo definire, quindi, il nostro impegno affinché UP si strutturi; non si può tollerare che pezzi del partito, dirigenti e strutture, boicottino scientificamente le adesioni ad UP. Diversamente, si deve dire come si pensa di costruire l’alternativa. Abbiamo scelto di affidare ad UP la vicenda elettorale, dobbiamo lavorare perché UP gestisca al meglio la trattativa con Santoro. C’è ancora tanto da fare, c’è da tessere con saggezza e pazienza una tela unitaria che porti tutta UP sulle posizioni che noi perseguiamo. Dobbiamo essere consapevoli che una eventuale crisi di UP avrebbe riflessi pesanti sulla tenuta di Rifondazione e agire di conseguenza.

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