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CPN 14 e 15 ottobre 2023
Intervento Tonia Guerra
Fa impressione essere qui, a parlare di noi, in una fase difficilissima per l’umanità, con un governo fascio-leghista e la prospettiva di misure economiche che aggraveranno le povertà e di stravolgimenti istituzionali che ci allontaneranno ulteriormente dalla Costituzione nata dalla Resistenza.
Siamo qui, piccolissima forza, molto indebolita e abbastanza incattivita, a rischiare il senso stesso della nostra esistenza.
Molti/e di noi sostengono che siamo due partiti in uno, incapaci di sintesi e avviluppati nelle nostre conflittualità interne. È vero, tocca correre ai ripari: ciò che non possiamo fare è continuare una danza immobile negando le radici profonde della divisione interna.
L’ultima Direzione ha assunto l’esistenza di un problema di democrazia interna e la necessità che il Partito sia posto nelle condizioni di discutere da protagonista e non da ratificatore di situazioni di fatto. Penso si debba responsabilmente ripartire da qui, ma non ve ne è traccia nella relazione del segretario.
Unione Popolare: è ciò che più ci ha avvicinato, nelle condizioni date, all’obiettivo di costruire convergenze per l’alternativa. Una scommessa non ancora realizzata e neppure positivamente avviata. Vi è fra noi chi la ritiene superata e che si debbano imboccare altre strade, altre alleanze, con altri sbocchi. Non è la linea decisa ma è legittimo proporre un cambio di linea. All’opposto, c’è chi ne riconosce i limiti, ma ritiene che debba essere fatto ogni sforzo per contribuire alla sua costruzione: provarci davvero, prima di arrenderci a un altro fallimento.
Vi è poi una postura distruttiva, non dichiarata, che amplifica e incentiva le difficoltà. Basti pensare al fatto che una parte del gruppo dirigente esorta i militanti a non aderire a UP, salvo poi rimarcare il numero limitato di adesioni.
È con questo bagaglio che approcciamo la proposta Santoro–Lavalle, di portare in Europa le ragioni della pace, con una collocazione trasversale rispetto agli schieramenti in campo. Il tema non è se rispondere positivamente all’appello Santoro- Lavalle, cosa su cui non vi sono divisioni al nostro interno e in UP, ma come va costruita un’aggregazione di forze contro la guerra. Certo noi non ne abbiamo discusso in questi mesi, se non nell’ultima Direzione, che si è pronunciata dopo l’assemblea costitutiva della proposta, mesi nei quali l’interlocuzione con Santoro è stata praticata dal solo segretario e recentemente, nella festa a Bologna, sotto la forma di monologo teatrale.
Si è posta la necessità di rendere elettoralmente evidente il legame fra il tema della guerra e le sue ricadute sociali, riconoscibile la nostra partecipazione come soggettività collettiva. Esigere una discussione e un impegno su tali questioni, evitando che l’investimento politico strategico in UP venga di fatto archiviato per privilegiare l’adesione gregaria ad una lista elettorale, significa essere contro la lista per la pace? Ma proprio per niente, anzi.
Credo sia opportuno ripartire dal documento unitario, concordato, non senza intralci, nel Coordinamento di UP, condiviso dalla Direzione del PRC. Questo CPN lo disconosce?
Urge una stagione di opposizione sociale, la raccolta di firme sulla legge per il salario minimo, la mobilitazione per il NO all’autonomia differenziata. La manifestazione del 7 è stata un inizio ma occorrerebbe una riflessione nei riguardi di altri soggetti con cui percorriamo pezzi di strada insieme.
Se ne esce se si ha un’elaborazione condivisa. Per costruire questo sapere collettivo servono i dipartimenti e i gruppi tematici, le iniziative e gli strumenti della formazione. Senza quel lavoro istruttorio rimane la tuttologia dei comunicati stampa e del commento quotidiano, di solito del segretario, che oggettivamente non può riempire la carenza di riflessione teorico-politica.