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CPN 14 e 15 ottobre 2023
Intervento Eliana Ferrari
Voglio dire innanzitutto che ho apprezzato e condiviso le riflessioni del Segretario sulla tragica situazione che si sta consumando in Palestina, conseguenza degli avvenimenti dai 75 anni dalla Nakba del 1948.
La guerra, le guerre, alimentate dalle spinte imperialiste della nuova postura della NATO e dalle impennate del modello liberista occidentale, sono la drammatica emergenza che ci compete affrontare dal nostro punto di vista di comuniste e comunisti. In questo senso è giusta e necessaria la nostra presenza nella costruzione della lista unitaria contro il sistema che le alimenta, con la partecipazione all’iniziativa avviata da Santoro-La Valle per le prossime Europee. E’ necessario costruire un percorso in cui la nostra prospettiva di pace e giustizia sociale sia pienamente riconosciuta, con una posizione non settaria, né subalterna, che può essere coerentemente rappresentata da Unione Popolare. Io credo che questo sia in linea con le decisioni prese dal partito e con quanto abbiamo fino ad ora praticato con impegno e convinzione, consapevoli che il lavoro di costruzione e costituzione di UP va urgentemente completato. Penso anche che se al nostro interno si sono strutturate posizioni contrapposte a questa, che è evidentemente legittima, allora è indispensabile che questo sia messo in chiaro e che se ne discuta.
E a partire da questo vorrei dire un paio di cose.
Ho sentito in questa discussione vari appelli all’unità, che sono ovviamente condivisibili in astratto, ma diventano fittizi e strumentali se non si considera una condizione indispensabile per il suo raggiungimento: la salvaguardia della dialettica tra le diverse posizioni.
In questa discussione (e non è certo una novità) ho sentito congetture, tranelli retorici, accuse e toni inaccettabili, tesi a caricaturare le posizioni avverse o non conformi alle proprie:
-la considerazione sulla necessità che Unione Popolare sia riconoscibile protagonista nel percorso di costruzione della lista per le Europee (certo, meglio se col simbolo), ridotta a pregiudiziale sulla presenza del simbolo;
-la convinzione che sia necessario governare la complessità delle posizioni dei diversi soggetti dentro UP, trasformata in volontà di distruzione del partito attraverso operazioni occulte di un gruppetto in cerca di potere, che punta alla fusione di Rifondazione in PaP (che detterebbe la linea politica al Cpn ?!);
-accuse di buonismo, settarismo, minoritarismo (rilevo che sono le stesse che da sempre ci rivolge il centro sinistra), per dirne solo alcune.
La ricomposizione di un confronto politico rispettoso non è un’operazione formale, ma sostanziale; il perseguimento dell’unità è un processo che complica le cose, non le semplifica e richiede il riconoscimento delle posizioni critiche e il rafforzamento delle regole del funzionamento democratico. Il patto che ci lega è quello della linea politica congressuale, non quello dei patteggiamenti utilitaristici.
Eviterei quindi di proseguire con la linea della caricatura dell’altr@, che offende prima di tutto chi la propone, e starei – a mio parere è la nostra sola possibilità – sul confronto dialettico, anche aspro, delle diverse posizioni.
Personalmente sono comunista anche perché credo che la trasformazione passi necessariamente attraverso la capacità di leggere la complessità, rifiutando l’imposizione delle semplificazioni. Non facciamo torto a noi stessi e al nostro partito continuando a praticare questa strada.