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CPN 14 e 15 ottobre 2023

Intervento Fulvia Bilancieri

Compagne e compagni,
condivido la relazione del segretario e l’accento dato alla politica internazionale e al tema della guerra (dalla crisi in palestina alla guerra in ucraina) per l’importanza che questa crisi imperialista ha sulla fase politica e dunque nelle politiche nazionali e europee.

Questa fase politica è caratterizzata forse dalla più forte crisi dal secondo dopoguerra e per questo credo che l’atteggiamento di continua destabilizzazione del partito perpetrata da una parte di questo sia particolarmente deleteria e dannosa oltre che inopportuna a che abbia ormai assunto modalità davvero inaccettabili.
Questa continua battaglia interna rappresenta semmai una metafora della guerra tra poveri che la fase politica ha accentuato.
Trovo del tutto irresponsabile il continuo riferirsi alla democrazia senza assumersi la responsabilità che questa comporta e cioè il rispetto che si deve alle regole democratiche che ci siamo collettivamente dati : il ruolo del segretario, degli organismi dirigenti e le loro funzioni, lo stesso dicasi per corpo del partito.
Per non parlare del ridicolo che le ultime vicende hanno gettato sulla nostra comunità di rifondazione con l’aver dato più importanza a soggetti esterni piuttosto che alla vita interna inviando la famosa lettera.
Ma ancora chiedendo di indire direzioni anzichè cpn vero organo direttivo. E’ davvero troppo!

C’è da dire per giunta che tutto ciò accade senza saper curare affatto un ragionamento compiuto sui risultati ottenuti dal partito nel tesseramento nelle campagne dalla raccolta firme, nella partecipazione alle manifestazioni o a movimenti in atto. O ancora nessun report viene fatto della partecipazione ai cordinamenti di UP né si è deciso in modo chiaro e trasparente chi fosse la delegazione ai tavoli nazionali.
Un modo di fare politica personalistico, opportunista e a geometria variabile che non coinvolge davvero il partito se non sporadicamente per bande pregiudiziali.
Il risultato sono inutili perdite di tempo in riunioni che si trasformano in psicodrammi senza arrivar a nulla e ridiscutendo ogni volta decisioni già prese. Salvo poi far valere altri luoghi come le mail, le chat o tavoli politici altri : voci di corridoio che non hanno la legittimità per essere democratici né decisionali.

E’ scandalosa la geometria variabile con cui questo atteggiamento viene esercitato a seconda di quale ruolo ci si trova ad avere nei territori e negli stessi organismi (gli stessi compagni non si sarebbero azzardati un tale attacco con un altro segretario o in cpn piuttosto che in direzione e se in una federazione ci sono compagni a loro affini o meno).
Non è più pensabile contare sempre sulla pazienza di chi generosamente cerca di costruire il prc e di rafforzarlo.

Credo quindi che sia necessario davvero rafforzare il prc nella elaborazione delle sue idee e soprattutto della sua organizzazione perché senza di noi è sempre più evidente non esiste nulla.
Dobbiamo mantenere la nostra autonomia il che comporta che anche gli altri soggetti non possano interferire nella nostra vita interna nè impedirci alcuna decisione in qualunque sede o tavolo.
E’ imprescindibile che da ora in avanti noi del PRC dobbiamo far valere il nostro peso materiale e scegliere candidati e peso decisionale in base al peso specifico di firme fatte, volantini e banchetti… questo sarebbe davvero democratico!

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