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CPN 10, 11 giugno 2023

Intervento di Mirna Testi

Ringrazio il segretario che ha impegnato parte della sua relazione riguardo la tragedia che ha colpito in particolare la Romagna, terra in cui vivo, con un'alluvione devastante che ha stravolto la vita di migliaia di persone, che oltre ad aver perso tutto, ha perso anche il lavoro.
Un ringraziamento a tutte/i, giovani e meno giovani, che fin dai primi giorni si si sono mobilitati dai territori e da altre regioni per aiutare concretamente gente disperata e al dolore si aggiunge la rabbia per un territorio in cui ha dominato, per decenni, la cementificazione, la poca manutenzione dei corsi d'acqua, la non messa in sicurezza del territorio.
Sulla fase attuale, nel paese, che dire se non che e' preoccupante sia per la partecipazione alla guerra sostenuta anche dal PD, sia perche', ancora una volta, la vittoria della destra viene confermata anche nei ballottaggi delle ultime amministrative.
Dovremmo iniziare a chiederci come si e' arrivati ad una crisi così profonda, crisi culturale, polica, sociale. Dobbiamo ammettere che anche noi come partito abbiamo le nostre responsabilita', dato che negli ultimi vent'anni non abbiamo costruito quegli anticorpi, quel partito di massa necessario per contrastare la deriva in atto.
Siamo stati immobili aspettando la costruzione di un nuovo soggetto e grazie a questo abbiamo subito un declino costante, ma questa nostra debolezza non e' stata e non e' senza conseguenze ma fa sì che l'offensiva culturale prenda sempre piu' forza.

Che fare quindi?
Per esempio sulla CGIL, non dobbiamo limitarci ad aderire alle sue manifestazioni ma lavorare per rompere l'abbraccio mortale con la Cisl in nome dell'unita sindacale, lavorare sulle contraddizioni forti che ci sono al suo interno, l'occasione e' la nostra proposta sul salario minimo, ma non e' sufficiente, incalzarli sull'orario di lavoro, sulla reintroduzione della scala mobile ecc...
Ma anche sul no all'AD, sul presidenzialismo, non e' indifferente la sua posizione per contrastare queste scelte.
Un'altra questione che dovremmo affrontare e' il nostro continuo inseguire questa miriade di movimenti che, purtroppo, non sono efficaci, non incidono per la loro stessa natura.

Bisogna, invece, ragionare su come costruire un movimento, uno, grande, di lotta che chiede un cambiamento radicale e complessivo di questo paese, rompendo il pensiero unico e la cultura dominante.
Come lo si costruisce, sicuramente non con UP per come la si vuole impostare, il suo gruppo dirigente eletto da un gruppo ristretto, il suo statuto, praticamente un partito gia' litigiosi, spaccato in disaccordo su cose importanti.
Pensare, quindi, di costruire un'opposizione vera, efficace alle politiche sociali e di guerra in questo Paese, con PRC, Pap e qualche intellettuale o poco più che si iscrive alla piattaforma di Up, guardiamo un film di fantascienza.
Non ci rendiamo conto che non combattiamo un sistema ad armi pari.
Il nostro nemico di classe e' potente, ha mezzi straordinari di persuasione, noi nulla.
Quello pero' che possiamo fare e' sfruttare ogni incrinatura che si verifica nel suo fronte, ma per farlo dobbiamo "utilizzare" ogni alleato possibile, anche provvisorio, sia guardando alla nostra "destra", ma anche alla nostra "sinistra", senza fare, ogni volta, l'esame del sangue per capire se sono degni, pensando che, alla fine, le masse deluse e in difficolta' vengono spinte verso di noi, a prescindere, la storia dimostra il contrario.

Se vogliamo muovere un passo sulla via del cambiamento, non puo' avvenire con un soggetto chiuso in se stesso, ma con vasto fronte di opposizione, altrimenti la partita e' gia' persa in partenza.

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