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CPN 10, 11 giugno 2023
Intervento di Dmitrij Palagi
Il Segretario nell’introduzione ha giustamente richiamato l’esperienza delle Brigate di Solidarietà Attiva come un ambito in cui le compagne e i compagni esprimono il meglio. Concordo e aggiungo che gli organismi dirigenti stanno diventando uno spazio dove esprimiamo il peggio. Se la Segreteria, la Direzione e il Comitato Politico Nazionale rimuovono i problemi, non favoriscono la discussione, ma la avvelenano.
Se c’è chi dice negli interventi che Unione Popolare è un ostacolo per l’unità della sinistra, come è possibile vedere i documenti votati all’unanimità dove si sostiene l’opposto?
Come confermano i risultati delle ultime elezioni, negli enti locali è più semplice costruire percorsi di radicamento credibili, nonostante non si incrini l’ormai strutturale astensionismo (complici la prossimità delle conoscenze dirette e degli ambiti di azione, la differenza dei numeri in questione e il diverso sistema elettorale). Concordo con Mantovani sull’importanza di praticare azioni sociali su cui rendere chiaro il senso della Rifondazione Comunista, formando compagne e compagni, all’interno dei contesti unitari, che in alcune realtà sono già più ampi di quanto costruito fino a oggi con UP.
Sul territorio della nostra Federazione stiamo per affrontare il rinnovo di numerosi consigli comunali nel 2024. Campi Bisenzio, nel 2018, ha visto un compagno rientrare in consiglio comunale, dopo anni di assenza, con l’allora progetto di Potere al Popolo. Oggi lì facciamo parte della maggioranza che ha vinto al ballottaggio, in alternativa alle destre e al Partito Democratico. Ovviamente guardiamo con curiosità e senza illusioni a ciò che ci attende, ma spesso verifichiamo come movimenti, comitati e comunità militanti lamentino di non considerarci un riferimento nazionale, si interrogano e ci interrogano su cosa esistiamo a fare. Il Partito rimane il percorso comune di cui facciamo parte e per questo vogliamo parlarne al suo interno.
L’espressione “occorre non praticare il settarismo” corrisponde a dire che “l’acqua è bagnata”.
Nell’iniziativa di venerdì dedicata a Valerio Evangelisti abbiamo parlato dell’importanza di prendersi cura di miti propri, di ridefinire un’idea di futuro, che manca, già alla mia generazione, figurarsi a quella dopo. Se manca una prospettiva di vittoria, cosa lottiamo a fare? Per noi e chi abbiamo intorno.
Un Partito dove questo non si riesce a fare deve discuterne. Dire che si rischia di sciogliersi per consunzione, senza poi fare nulla, è tossico. Rifondazione Comunista ha più di 30 anni. Se deve parlare solo del suo passato per capire come mai ha perso, mi pare sia normale che le giovani e i giovani possano al massimo aspirare di avere un ruolo nelle istituzioni, invece che aspirare a cambiare il mondo.
Esistono problemi, di cui si preferisce non parlare. Questo è un problema. Rimuoverlo non ci fa bene. Dobbiamo di meglio alle nostre compagne e ai nostri compagni.