Partecipa e contribuisci all'attività di Rifondazione Comunista con 10 euro al mese. Compila questo modulo SEPA/RID online. Grazie
CPN 10, 11 giugno 2023
Intervento di Ezio Locatelli
La discussione è stata aperta richiamando alcuni ambiti di intervento che ci vedono impegnati in questo momento. Bene, questo è lo spirito che ci deve animare, quello di un partito che deve vivere sé stesso in termini di pratiche concrete. E’ proprio in ragione di ciò che abbiamo ripreso l’uscita di “dire fare rifondazione” la cui finalità è quella di mettere in circolazione tutta una serie di esperienze presenti nei diversi territori. Ma oltre a fare riferimento a queste esperienze occorre avere una unitarietà di indirizzo e di direzione politica che si costruisce non in termini astratti, eludendo i problemi – quella del segretario mi sembra una relazione elusiva – pensando così di tenere insieme tutto e il contrario di tutto.
Il problema dell’unità - scusate la citazione di Gramsci - è un problema di sostanza, di capacità di esprimere un indirizzo, una piattaforma politica, una pratica unitaria. Altrimenti un partito non è più un partito. Questo è il problema che abbiamo, quello di un partito attraversato da scelte contraddittorie non di poco conto. A questo proposito è stato già detto: le alleanze con il Pd, in alcuni casi con l’avvallo tacito di una parte del gruppo dirigente, la firma data a un appello al disegno di legge Villone quando in Cpn abbiamo votato un’altra cosa, le uscite su Up vista da alcuni come un ostacolo e non come una opportunità. Potrei continuare.
A me sembra che stia in non poch@ compagn@ venendo avanti l’idea sbagliata che la crisi democratica e sociale in atto possa essere affrontata spostando a destra il punto di equilibrio del fronte delle opposizioni invece che cogliere il nodo di fondo di ciò che minaccia la democrazia, di ciò che costituisce terreno fertile per le destre: le politiche neoliberiste e di guerra, le politiche di centrodestra e centrosinistra che hanno devastato le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone. Minacce che non si affrontano con il politicismo d’accatto, quello che sta dentro lo spazio circoscritto, connotato socialmente dell’attuale rappresentanza politica. Quindi ben venga la campagna sul salario minimo ma detto ciò è tutto un indirizzo e una attività che vanno reimpostati al fine di ricostruire un polo alternativo coerentemente con le determinazioni dell’ultimo Congresso Nazionale.
Ultima notazione. L’anno scorso, nonostante la situazione difficile, come Rifondazione Comunista abbiamo avuto un aumento delle iscritte e degli iscritti grazie anche e soprattutto al lavoro di riattivazione portato avanti con la Conferenza di Organizzazione osteggiata da una parte del gruppo dirigente. Bene. Tuttavia penso che noi abbiamo bisogno di ben altro per uno sviluppo del partito. Abbiamo bisogno di praticare una linea politica di effettiva alterità all’attuale quadro politico, abbiamo bisogno di una direzione unitaria e non divisiva, abbiamo bisogno di produrci in quel salto di qualità e di rinnovamento di cui abbiamo detto nell’ultimo Congresso.