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CPN 10, 11 giugno 2023
Intervento di Stefano Galieni
Premessa: un suggerimento per il futuro. Impossibile fare una sintesi del proprio intervento se mancano quelli che li hanno preceduti. Restano incomprensibili a chi legge. Non è il caso di pubblicare direttamente la registrazione dell’intero CPN o, in alternativa un proprio bilancio sulla riunione?
Parto da un anniversario che ricorre, la morte di Enrico Berlinguer, di cui non ero sostenitore. Ho riletto lo splendido intervento pronunciato nel gennaio 1980 al Parlamento Europeo di condanna per l’invasione sovietica in Afghanistan. Ci ho trovato le parole giuste che dovremmo usare quando parliamo di guerra. Venendo a noi, fra vari, mi ha molto amareggiato l’intervento del compagno Cosentino per due affermazioni non vere e omissive (nell’intervento sono stato più pesante e me ne scuso). Il compagno ha dichiarato che esiste una censura per gli articoli da pubblicare sul sito e che c’è chi, della delegazione del Partito nel coordinamento di Unione Popolare, ne rallenta l’azione.
Non ha spiegato a chi si riferiva e, visto che sono uno dei 2 che, col segretario, carica gli articoli e che del coordinamento UP faccio parte, pretendo, che si facciano i nomi di chi intralcia. Sarebbe utile che al compagno in questione e che ad altre/i venisse spiegato quali sono le reali difficoltà nel costruire un processo unitario e plurale, in cui ci sono divergenze, a volte trasversali e che, per sua natura è lento. Credo nel processo di UP, non la penso come compagni più scettici con cui dialogo.
È stato detto all’inizio che tali difficoltà vanno problematizzate per superarle. E mi domando a chi giovi mantenere il nostro fragile partito spaccato in due, perché ci si ostina ad accusare il segretario e parte della segreteria, di cesarismo? Di aver costruito un “cerchio magico” riservato a pochi eletti in cui si prendono le decisioni e, contemporaneamente, si parla di assenza di direzione politica? Delle due l’una. So invece di riunioni, che avvengono all’insaputa di parte della segreteria e questo nuoce al Partito tutto. Perché non si valuta quanto di buono si sta facendo e come le divergenze spariscano quando si lavora insieme?
Penso alla splendida Lip realizzata dal nostro responsabile lavoro, su cui si sta facendo un ottima azione di squadra, al libro XII disposizione, del Dipartimento antifascismo che ha già venduto 1000 copie, a quanto si sta facendo in Emilia – Romagna con le Brigate di solidarietà attiva. E invece ci arrovelliamo a discutere di piccoli comuni, solo di alcuni, in cui non si è rispettata la linea congressuale -non di quelli in cui siamo stati assenti -, si protesta per aver dato una “adesione critica” alla manifestazione di Cosenza contro l’autonomia differenziata, a cui, secondo taluni, dovevamo togliere ogni sostegno.
Ritengo giusto partecipare, con le nostre posizioni, a questa e ad altre manifestazioni. Se vogliamo far divenire UP uno spazio ampio e inclusivo, siamo, fra le forze fondatrici, quelli che hanno maggiori relazioni con altri soggetti, individuali o organizzati. Dobbiamo avvicinarli, accettando anche di mettere in discussione le nostre certezze, solo questo ci permetterà di crescere e di radicarci.
E con franchezza, se si preferisce continuare ad avere come linea quella di lanciare anatemi per lasciare un partito lacerato, questa non sarà mai la linea che condividerò. Rispettare il mandato congressuale, per intero, è l’antitesi di questa deriva.