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CPN 10, 11 giugno 2023
Intervento di Fiorenzo Fasoli
C'è un'evidente contraddizione al nostro interno.
Le conclusioni unitarie del congresso indicano nella costruzione del polo dell'alternativa, fuori dal centrodestra e dal centrosinistra, l'obiettivo principale del nostro impegno politico.
A questo scopo stiamo lavorando, assieme ad altri, alla costruzione di Unione Popolare.
Con il precedente CPN abbiamo scelto le modalità con cui, secondo noi, tale progetto va caratterizzato e le nostre indicazioni sono state assunte dal coordinamento provvisorio di U.P.
Sempre in quel CPN, però, è stato posto in vocazione un odg, che per me doveva invece essere votato come documento politico alternativo, in cui il giudizio di U.P. era tutt'altro che positivo.
Certo, quel odg/documento politico, non è stato approvato, ma ha ricevuto voti positivi anche da componenti della segreteria ed ha registrato molte astensioni che poi, alla fine dei lavori, sono confluiti a sostegno del documento a prima firma Acerbo senza che nessuno abbia evidenziato la contraddizione.
In un intervento di questo CPN si è affermato che U.P. è un ostacolo all'unità della sinistra.
E' evidente quindi che al nostro interno c'è una componente del partito che ha un giudizio nettamente diversificato dalle conclusioni del congresso.
Davanti a questa evidenza occorre prendere atto che nel partito ci sono almeno due linee politiche divergenti e contrapposte e, quindi, che non è più possibile parlare di unità.
Che la costruzione del polo dell'alternativa sia spesso messa da parte per scelte divergenti è stato praticato, da più realtà, anche in occasione delle recenti elezioni amministrative. Anzi, chi ha voluto rimanere coerente con il deliberato congressuale, non sempre ha avuto vita facile.
Nel partito cioè, un conto è l'affermazione di principio su cui tutti dicono di concordare ed un altro la pratica politica quotidiana.
Insomma la scelta tra l'alternativa ai poli esistenti e l'adesione al sistema bipolare non è così scontata come vorrebbero le conclusioni del congresso.
Questa pratica politica è un elemento di disorientamento sia all'esterno del partito, ma anche all'interno.
Non è difficile quando si afferma di voler costruire l'alternativa che qualche nostro interlocutore ci ricordi le nostre scelte contraddittorie. Come pure, all'interno, questo tergiversare su questioni di fondo, disorienta molte compagne e molti compagni, segno che la linea e la pratica politica conseguenti non sono chiare.
Su queste questioni dovremmo essere molto più attenti anche alle parole usate perché, nel nostro paese, quando si parla di sinistra si intende il PD e diventa difficile sostenere che la nostra collocazione è invece diversa.
Insomma nonostante le nostre affermazioni di principio, il versante politicista non è superato.
Anzi, si riaffaccia continuamente facendoci perdere di credibilità.
Oggi abbiamo in campo due questioni dirimenti anche da questo punto di vista e cioè la raccolta firme per il salario minimo legale e la battaglia contro ogni autonomia differenziata.
Se a queste aggiungiamo la questione della pace e del cambiamento climatico ce n'è a sufficienza per caratterizzare, senza ambiguità, tanto Rifondazione Comunista che Unione Popolare.