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CPN 10, 11 giugno 2023

Intervento di Alberto Deambrogio

In apertura dei lavori segnalo un OdG che sarà posto in votazione domani e che riguarda la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale in vista di importanti momenti di mobilitazione. Il testo è stato messo a punto all’interno del gruppo Operativo Sanità, che ringrazio.

Intendo problematizzare quello che ho ascoltato nella relazione del Segretario stamane a partire da tre punti specifici.
Il primo. Noi, è stato ricordato stamane mentre si discuteva di bilancio, siamo un partito piccolo, che attraversa una lunga fase di transizione in Italia e vive difficoltà grandi del resto non aliene anche ad altre formazioni europee simili alla nostra. Credo che non sia stia affrontando in modo serio il tema di come orientare e motivare complessivamente chi decide di rinnovare oggi la propria militanza nel PRC. Occorre lavorare di più per dare una idea precisa, aggiornata ed efficace del ruolo del nostro partito, della sua funzione anche dentro un sistema bipolare, che come noto tende a espellere costantemente tutte le posizioni alternative. Se non si fa questo il rischio è di produrre disorientamento, posizioni d’occasione, affidamento a chi sembra poter risolvere i problemi dell’irrilevanza politica attraverso la cancellazione di alcuni nodi di fondo strategici per noi.

Il Secondo. Se non si affronta il nodo del senso di fondo della Rifondazione, si finisce per arrivare ad accettare l’eclettismo elettorale come condizione ormai squadernata ed avallata da settori importanti della nostra organizzazione. Qui siamo di fronte a una chiara messa in discussione, nei fatti, dei deliberati politici dell’ultimo congresso: non si lavora più univocamente a costruire l’alternativa ai due poli politici esistenti, ma di volta in volta si può anche decidere di praticare alleanze con il centro sinistra. E’ una questione grave, anche perché viene inglobata come stabilmente possibile. Per me non ci sono dubbi che, invece, pratiche di questo tipo siano il segno di una crisi, che sarebbe assai superficiale minimizzare o rubricare alla voce tatticismo elettorale.

Il terzo. Il nostro investimento su Unione Popolare come soggetto plurale in grado di lavorare all’aggregazione di una polarità politica e sociale alternativa dovrebbe essere chiaro. Lo dovrebbe essere tanto più oggi che, anche grazie al nostro impegno diretto e costante, UP ha finalmente regole di funzionamento minimo condivise e può rilanciare il suo profilo pubblico attraverso la campagna sul salario minimo legale. Ho usato non a caso il condizionale, perché all’interno della nostra organizzazione vive la posizione di chi pensa a UP come un progetto da abbandonare velocemente. Su Unione Popolare invece vanno orientate in modo chiaro tutte le nostre forze in tutti i passaggi, compresi quelli elettorali come momento utile alla sua costruzione paziente.

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