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CPN 10-12 marzo 2023
Intervento di Monica Sgherri
È da mesi che prendono voce incomprensioni e critiche su come sta procedendo U,P.: come è stata gestita la campagna elettorale e la scelta delle e dei candidati, -baipassando i nostri organismi dirigenti-, il nome di De Magistris sul simbolo, nonostante che Rifondazione fosse contraria, le perplessità all’indomani delle elezioni, sulla convocazione, - non si sa da chi e quando decisa-, dell’assemblea dei candidati e dei militanti Di U.P.. , una formula che cancellava il P.R.C. malgrado lo sforzo straordinario e irrinunciabile dimostrato nella raccolta delle firme. Ed infine, la forte richiesta di democratizzare U.P, di chi e come si prendono le scelte. Nonostante questo malessere non ha prevalso la richiesta di buttare a mare U.P., di cambiare orizzonte e guardare alla sinistra del centro sinistra come invece comincia a farsi avanti anche oggi.
È emerso invece con convinzione in cpn e direzione di non procedere ad una precipitazione organizzativa di UP, che invece si ripropone nuovamente con la proposta di iscrizione individuale. La doppia tessera cambierebbe la natura di Rifondazione, e i suoi iscritti non avrebbero più gli stessi diritti, cambierebbe la natura di U.P che di fatto si trasformerebbe in partito. Altra cosa è definire la partecipazione ad U.P. per la quale si devono stabilire regole e modalità.
Sono convinta dell’iscrizione collettiva degli iscritti al PRC anche perché a U.P. è delegata la rappresentanza istituzionale. Nessuna iscrizione individuale -neanche mascherata- a UP e nessuna subordinazione a PAP. La risposta non stà nell’indebolimento del PRC, come se U.P potesse sopravvivere senza il PRC, ma nel porre le basi per la crescita di adesioni a UP.
Dovremmo imparare a rispettare le opinioni dell’altro perché troppo facile sarebbe rispondere alle accuse di settarismo con l’accusa di subordinazione a De Magistris; A chi oggi ingenerosamente contesta la scelta elettorale fatta nel Lazio, mi viene da chiedere se la proposta non settaria sarebbe forse stata quella di rinunciare ai simboli di U.P. o del PRC e partecipare all’appuntamento elettorale con un qualche candidato nostro in una lista di altri, in coalizione con il Pd!.?
Ossia, se non eleggere qualcuno è il risultato di politiche settarie chiedo allora se la priorità, più o meno dichiarata, diventa quella di eleggere a tutti i costi, anche in coalizione con il Pd! Questa nostra discussione è da una parte estremamente pericolosa perché le scelte che ne deriveranno possono essere implosive per il partito tutto ma anche, ancora una volta, fuorviante perché mette in secondo piano la discussione e l’analisi politica sulla fase che viviamo per misurarsi sul che fare.
E così possono prendere forza posizioni speranzose di nuove prospettive con il Pd per l’arrivo della Schlein, come se essa potesse o volesse cambiare la collocazione del partito sullo scenario nazionale e internazionale (vedi favorevole all’invio delle armi in Ukraina) mentre la cosiddetta novità (le speranze che lei ha fatto rinascere), ci consegna, con impellenza, la necessità di costruire un fronte pacifista intrecciato a un fronte sociale alternativo a centro sinistra e centrodestra. Questa è una discussione fondamentale per il PRC che viene nuovamente a mancare: come riportare il PRC al centro della scena a partire proprio dalla linea politica emersa dall’ultimo congresso che ricordo si misura su come costruire l’alternativa e non su come far parte dell’alternanza.